Medicina Generale Archives - Salute News https://www.salutenews.eu/category/medicina-generale/ blog dedicato al mondo della salute e medicina Mon, 26 Sep 2022 08:49:54 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Scegliere la carrozzina elettrica per disabili: i migliori suggerimenti https://www.salutenews.eu/scegliere-la-carrozzina-elettrica-per-disabili-i-migliori-suggerimenti/ Mon, 26 Sep 2022 08:49:52 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1205 Quando c’è l’esigenza di provvedere all’acquisto di una carrozzina elettrica per persone disabili non è assolutamente facile individuare una soluzione che soddisfi tutti i requisiti. Ci sono diversi aspetti che devono essere valutati con...

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Quando c’è l’esigenza di provvedere all’acquisto di una carrozzina elettrica per persone disabili non è assolutamente facile individuare una soluzione che soddisfi tutti i requisiti. Ci sono diversi aspetti che devono essere valutati con la massima attenzione, soprattutto tenendo conto che si tratta di uno degli ausili più importanti nella vita di tutti i giorni. In commercio ci sono numerose tipologie di carrozzine elettriche e, proprio per questo motivo, non è semplice individuare il modello più adatto alle proprie necessità, ma è fondamentale optare solo per carrozzine elettriche di qualità, come quelle proposte da Ortopedia Scita.

La soglia di peso massimo che riesce a supportare

Uno degli aspetti che devono essere valutati più attentamente in fase di scelta della carrozzina elettrica per disabili, è senz’altro il peso massimo che è in grado di supportare. I modelli più standard sono quelli che riescono a supportare fino a 120 chilogrammi. Come si può facilmente intuire, sono state realizzate anche delle tipologie dotate di una struttura apposita per poter sopportare dei carichi decisamente più alti. In quest’ultimo caso si parla di carrozzine Heavy Duty, come nel caso della Evo Altus, che è in grado di supportare carichi fino a 140 chili. Chiaramente, c’è la possibilità di trovare dei modelli ancora più strutturati, in grado di resistere anche con pesi fino a 160 chili.

Le dimensioni

Tra i vari fattori che incidono in fase di scelta è inevitabile trovare anche le dimensioni della carrozzina elettrica. Si tratta di un aspetto davvero fondamentale e che non può essere sottovalutato in alcun modo in fase di scelta, soprattutto per via del fatto che, in caso contrario, si rischia di avere a disposizione una carrozzina elettrica con cui non si può girare agevolmente per i vari ambienti della propria abitazione.

Al giorno d’oggi, esistono delle carrozzine che sono state sviluppate con una struttura tale da potersi adeguare a buona parte delle abitazioni e delle case. Infatti, la maggior parte dei modelli è dotata di una larghezza standard che si aggira tra 60 e 61 centimetri.

Tutte quelle persone che hanno delle disabilità e vivono all’interno di abitazioni che sono dotate di porte, piuttosto che di corridoi particolarmente stretti, devono per forza di cose avere a disposizione una sedia caratterizzata da un telaio con una larghezza molto contenuta, in grado di rispondere alla perfezione alle proprie esigenze nella vita di tutti i giorni. Per quanti hanno una corporatura particolarmente robusta, c’è da considerare che la larghezza debba comprendere i braccioli e non si deve valutare unicamente il telaio.

Autonomia e livello delle batterie

Nel caso in cui ci fosse l’intenzione di impiegare la carrozzina elettrica anche per muoversi entro i confini cittadini, è chiaro che la scelta debba essere ancora più ponderata. La soluzione migliore, di solito, in questi casi, è quella di puntare su un modello che può contare su una batteria pari ad almeno 20 chilometri. La gamma di batterie che sono state messe a disposizione è compresa tra un minimo di 20 ah fino ad una soglia massima pari a 110 ah. Nella maggior parte dei modelli presenti in commercio, troviamo spesso e volentieri due batterie.

Un altro fattore importante che può fare la differenza è indubbiamente rappresentato dalla velocità della carrozzina elettrica, a maggior ragione nel caso in cui ci fosse l’intenzione di percorrere delle distanze particolarmente lunghe. Al giorno d’oggi, in media, un po’ tutte le carrozzine elettriche presentano, di default, una velocità minima che si aggira tra 10 e 12 chilometri orari. Non solo, visto che con l’integrazione di sistemi di supporto alla guida, come ad esempio Gyro ed Esp, è bene evidenziare come la tipologia di trazione non fa più la differenza come in passato.

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Lattoferrina: a cosa serve, quali sono le sue proprietà e i suoi benefici https://www.salutenews.eu/lattoferrina-a-cosa-serve-quali-sono-le-sue-proprieta-e-i-suoi-benefici/ Fri, 04 Jun 2021 15:13:16 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1157 La Lattoferrina è una glicoproteina fondamentale nella risposta immunitaria dei mammiferi alle infezioni, soprattutto nella risposta innata, ed è presente in maniera significativa già nel latte materno. Scopriamo a cosa serve, quali sono le...

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La Lattoferrina è una glicoproteina fondamentale nella risposta immunitaria dei mammiferi alle infezioni, soprattutto nella risposta innata, ed è presente in maniera significativa già nel latte materno. Scopriamo a cosa serve, quali sono le sue proprietà e i suoi benefici.

Lattoferrina a cosa serve

Il compito principale della Lattoferrina è quello di trasportare il ferro nel sangue. Nei neonati e bambini costituisce una fonte di ferro importante, ne facilita l’assorbimento e rinforza il sistema immunitario. Agisce da prebiotico e promuove la crescita di una microflora sana che impedisce ai patogeni intestinali di colonizzarli. Inibisce la crescita di molti agenti patogeni, non solo attraverso il sequestro di quel ferro libero così utile ai batteri, ma anche inibendo l’adesione dei microbi alle cellule ospiti occupando dei siti per loro strategici e distruggendo le membrane delle cellule

Lattoferrina dove si trova

Oltre che nel latte si trova in quantità abbondanti nel colostro. La Lattoferrina è presente anche in diverse secrezioni mucose, come saliva e lacrime, e nei granulociti neutrofili, ovvero le cellule facenti parte della famiglia dei globuli bianchi.

Lattoferrina proprietà

La Lattoferrina ha proprietà antimicrobiche, derivanti dalla sua capacità di legare il ferro, che la rende efficace nel sottrarlo al metabolismo di svariate specie batteriche che lo usano per riprodursi e attaccarsi alla mucosa intestinale.

La Lattoferrina ha anche proprietà battericide e proprietà antivirali efficaci. Infatti, previene l’ingresso dei virus nell’organismo e blocca sul nascere l’infezione.

La proprietà immunomodulante la rende resistente all’azione proteolitica degli enzimi gastrici e le permette di raggiungere l’intestino senza essere modificata. Le proprietà immunostimolanti aumentano la produzione di linfociti T, modificando anche l’attività delle citochinine infiammatorie e agendo sinergicamente su diversi fronti.

Lattoferrina effetti collaterali

Nell’uso della Lattoferrina controindicazioni ed effetti collaterali non devono mai essere sottovalutati, soprattutto se viene assunta da pazienti affetti da malattie neurodegenerative come Morbo di Parkinson, sclerosi multipla, ecc, in quanto sono patologie caratterizzate da un metabolismo alterato del minerale.

La Lattoferrina contiene lattosio? La Lattoferrina non contiene lattosio. E’ una proteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice.

Integratori Lattoferrina

Affidarsi al miglior integratore di lattoferrina è la scelta migliore per non far mancare nell’organismo questa proteina dai benefici così importanti. Sul mercato è presente Lattoferrina orosolubile, in compresse, in capsule, spray e in gocce.  

L’utilizzo di integratori a base di Lattoferrina, quando si seguono terapie a base di antibiotici, è indicato perché aiutano a proteggere le mucose intestinali, a stimolare la crescita di Bifidibacterium e Lactobacillus, microrganismi il cui metabolismo è in relazione con la biodisponibilità di ferro.

L’integratore Lattoferrina è consigliato per la sua attività antinfiammatoria, immunomodulante, antimicrobica, antiossidante e antivirale.

Come conoscere i livelli di Lattoferrina nel nostro organismo?

Le concentrazioni di Lattoferrina nelle feci si possono analizzare per capire se sono presenti malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Infatti, a queste patologie corrisponde un aumento della Lattoferrina fecale.

Conoscere i livelli della Lattoferina all’interno del nostro organismo è importante perché un alto dosaggio potrebbe indicare un processo infiammatorio o infettivo in corso, mentre un basso dosaggio potrebbe rivelare una bassa risposta del sistema immunitario.

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Dermatite da Acaro cosa Fare e come riconoscerla https://www.salutenews.eu/dermatite-acaro/ Mon, 13 Apr 2020 08:59:11 +0000 http://salutenews.eu/?p=291 La dermatite da acaro è una reazione di ipersensibilità della pelle causata da reazioni allergiche agli acari. Gli acari sono artropodi molto piccoli, strettamente imparentati con le zecche, che si nutrono di materia organica...

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La dermatite da acaro è una reazione di ipersensibilità della pelle causata da reazioni allergiche agli acari. Gli acari sono artropodi molto piccoli, strettamente imparentati con le zecche, che si nutrono di materia organica o parassitano uomini e animali. Le infestazioni da acari causano vari tipi di eruzioni cutanee tra cui eruzioni papulosquamose, lesioni orticarioidi ed eruzioni cutanee con bolle.

Mentre ci sono oltre 30.000 specie di acari, solo poche specie che causano la dermatite negli esseri umani. Alcuni degli acari più comuni che causano la dermatite sono:

  • Trombiculidae : è il nome comune per la forma larvale dell’acaro trombiculide. Sono molto comuni . Quando le larve si nutrono di esseri umani, secernono enzimi digestivi nella pelle che innescano una risposta immunitaria nell’ospite per produrre un intenso prurito.
  • Sarcoptes scabiei – è quello responsabile della scabbia, un’infestazione parassitaria risultante quando l’acaro Sarcoptes scabiei si insinua e vive appena sotto lo strato corneo dell’epidermide. La scabbia umana viene trasmessa più spesso tramite il contatto da persona a persona. La maggior parte dei pazienti sviluppa un’intensa reazione di ipersensibilità con conseguente eruzione cutanea diffusa e intensamente pruriginosa.
  • Acari Cheyletiella – Gli acari della specie Cheyletiella sono parassiti che vivono su gatti, cani, conigli e esseri umani. Questi acari non scavano, vivono nello strato completamente cheratinizzato dell’epidermide, nutrendosi di fluidi tissutali e detriti cutanei superficiali. Gli acari si diffondono comunemente per contatto diretto dagli animali all’uomo, che può fungere da ospite accidentale. 
  • Acari della polvere : l’acaro della polvere più frequente è della specie degli Acari Dermatophagoides, si tratta di un aracnide microscopico che si nutre dei frammenti organici che il nostro corpo rilascia continuamente nella vita quotidiana. La vita media di questo organismo è relativamente breve (otto settimane), ma ha una capacità di riprodursi piuttosto facile, specialmente in condizioni atmosferiche particolari; basti pensare che una femmina può arrivare a deporre un uovo al giorno. Sono una fonte comune di allergeni, che causano asma e altri sintomi allergici come la rinite perenne Gli acari della polvere non mordono; si nutrono di squame della pelle e altro materiale organico. Preferiscono vivere in camere da letto, materassi e tappeti in case calde e umide. Gli acari della polvere domestica sono stati implicati come causa scatenante della dermatite atopica Sono stati proposti diversi meccanismi, inclusa l’attivazione dei cheratinociti da parte degli allergeni degli acari, che inducono la produzione e la secrezione di citochine proinfiammatorie.
  • Acari dei roditori e acari degli uccelli – Gli acari dei roditori e gli acari degli uccelli sono un’altra fonte comune di dermatite da acari. Gli acari dei roditori possono essere associati ad animali domestici o parassiti indesiderati. Gli acari aviari possono a volte essere associati agli uccelli domestici o ai nidi di uccelli selvatici che sono stati costruiti vicino alle finestre o nelle grondaie sopra le camere da letto.
  • Acari della paglia e del granoGli acari Pyemotes possono causare dermatiti in individui esposti a cereali o paglia in ambienti agricoli. Anche chi dorme su materassi di paglia può risentirne. Gli esseri umani sono ospiti accidentali e temporanei.

Allergie acaro

Fra le tante allergie che ci colpiscono, sicuramente quella relativa all’acaro della polvere è una delle più diffuse ed allo stesso tempo fastidiose. E’ proprio la sensibilizzazione verso l’allergeni dell’acaro a rappresentare il maggior fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma bronchiale che va trattata con un farmaco broncodilatatore.Inoltre, la reazione infiammatoria che si pone a carico dell’apparato respiratorio, rende la persona allergica attaccabile facilmente da nuovi allergeni che possono rendere piú difficile il quadro clinico.Le allergie agli acari della polvere possono essere risolti con una buona bonifica ambientale, vediamo come fare.

acaro_polvere

Quali sono le condizioni che favoriscono la riproduzione?

Come è noto, gli acari della polvere sono particolarmente diffusi negli ambienti domestici, o comunque dove l’uomo tende a passare più tempo. Principalmente, gli ambienti che favoriscono la diffusione di questo parassita sono gli ambienti umidi e caldi, dove batte poco il sole (quindi non solo i letti, ma anche i tappeti, i tendaggi e tutti gli oggetti che facilmente trattengono la polvere), e dove è presente cibo e materiale organico in grande quantità.

Misure precauzionali e rimedi

La soluzione principale a questo tipo di problema è evitare il più possibile l’umidità negli ambienti dove si vive, evitando di lasciare cose bagnate a lungo al chiuso ed arieggiando frequentemente i locali. Mantenere anche la temperatura del luogo il più costante possibile, tra i 18 e i 20 gradi, riduce il rischio di riproduzione. È utile anche evitare di accumulare soprammobili ed oggetti che inevitabilmente continuano a raccogliere polvere, ed incrementare l’attività di pulizia con panni sintetici ed anallergici.

Esistono anche delle particolari macchine aspirapolvere con filtri cosiddetti HEPA, che hanno un’alta capacità di aspirare anche le particelle più piccole (fino a 0,3 micron) riducendo così la possibilità di sopravvivenza dell’acaro.

 

Trattamenti dermatite acaro

Un medico può raccomandare il trattamento con creme contenenti il crotamitone (EURAX) o la permetrina. Questi sono insetticidi topici che possono uccidere gli acari e quindi ridurne il numero. Il medico può anche prescrivere metronidazolo topico o orale, che è un farmaco antibiotico .

Per le persone che hanno un sistema immunitario gravemente indebolito, un medico può prescrivere l‘ivermectina.

Esistono anche alcune misure preventive per la dermatite sul viso da acaro che una persona può adottare a casa. Questi includono:

  • Lavare il viso due volte al giorno con un detergente delicato. Può anche essere utile strofinare le palpebre con lo shampoo per bambini.
  • Evitare detergenti a base di olio e trucco grasso, che possono fornire ulteriore “cibo” per gli acari.
  • Esfoliante una o due volte alla settimana per rimuovere le cellule morte della pelle.

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Tachipirina a Stomaco Vuoto si o no https://www.salutenews.eu/tachipirina-stomaco-vuoto/ Thu, 26 Dec 2019 20:08:46 +0000 http://salutenews.eu/?p=689 Durante la stagione fredda il nostro organismo risente fortemente dei cambiamenti climatici e viene messo a dura prova. Si presentano raffreddori, mal di testa, virus intestinali, febbri. Il paracetamolo (nome commerciale Tachipirina, Zerinol, Efferalgan) è...

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Durante la stagione fredda il nostro organismo risente fortemente dei cambiamenti climatici e viene messo a dura prova. Si presentano raffreddori, mal di testa, virus intestinali, febbri. Il paracetamolo (nome commerciale Tachipirina, Zerinol, Efferalgan) è da sempre il farmaco utilizzato per contrastare la febbre alta e i sintomi ad essa associati, come dolori articolari e mal di testa. Allevia anche il dolore di chi soffre di lieve artrite, ma non ha alcun effetto sull’infiammazione e sul gonfiore del giunto

Le formulazioni contenenti quantità di paracetamolo inferiori a 1 grammo sono farmaci OTC, ovvero che non necessitano di prescrizione medica per l’acquisto, ma proprio per questo l’uso sconsiderato può portare ad un eccessivo consumo o mal utilizzo del medicinale, dovuti nella grande maggioranza dei casi a una mancata conoscenza del farmaco stesso.

Per evitare questo facciamo chiarezza su cos’è realmente il paracetamolo e cosa serve. Chiamato anche acetaminofene, il paracetamolo non può essere considerato un FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo) perché privo di una vera attività antinfiammatoria, mentre possiede una sorprendente attività antipiretica e analgesica.

paracetamolo

vari tipi di paracetamolo

II paracetamolo è il farmaco più adoperato per dolori che vanno da lieve a moderato. In commercio esistono formulazioni in cui il paracetamolo è associato ad altre molecole, per agire in sinergia e aumentare l’effetto benefico del farmaco:

  • paracetamolo con la vitamina C è ottimo per gli stati influenzali;
  • paracetamolo, pseudoefedrina e triprolidina è utilizzata per raffreddore e congestione delle prime vie aeree;
  • paracetamolo con codeina (per cui è indispensabile la ricetta medica), unisce l’azione analgesica dei due componenti ottenendo un prodotto particolarmente utile per gli stati dolorosi molto intensi;
  • paracetamolo e caffeina, utile nel trattamento dell’emicrania.

Paracetamolo come anticoagulante

I pazienti che utilizzano anticoagulanti per fluidificare il sangue e antiaggreganti piastrinici per prevenire trombi dovrebbero limitare il più possibile l’uso di Fans perché rischiano un’emorragia. In questi casi il paracetamolo è più sicuro, l’unica interazione importante è invece quella con l’anticoagulante warfarina, i cui effetti anche in questo caso potrebbe risultare potenziati.

Dosaggio tachipirina

Per evitare il suo abuso, è importante sapere che la dose massima consentita per un individuo adulto e in buono stato di salute è di 300/500 mg ogni 4/6 ore per un totale di 4 grammi/al giorno e 1,5/2 g per i bambini al di sotto dei 12 anni.

Dose abituale per febbre:

Linee guida generali di dosaggio: da 325 a 650 mg ogni 4-6 ore o 1000 mg ogni 6-8 ore per via orale o rettale.

Paracetamolo compresse da 500 mg: due compresse da 500 mg per via orale ogni 4 o 6 ore

Dose per il dolore:

Linee guida generali di dosaggio: da 325 a 650 mg ogni 4-6 ore o 1000 mg ogni 6-8 ore per via orale o rettale.

Paracetamolo compresse da 500 mg: due compresse da 500 mg per via orale ogni 4 o 6 ore

Dose pediatrica abituale per la febbre:

Orale o rettale:

1 mese: da 10 a 15 mg / kg / dose ogni 6-8 ore secondo necessità.

Da 1 mese a 12 anni: da 10 a 15 mg / kg / dose ogni 4-6 ore secondo necessità (Massimo: 5 dosi in 24 ore)

Febbre: da 4 mesi a 9 anni: Dose iniziale: 30 mg / kg (Riferito da uno studiare (n = 121) per essere più efficace nel ridurre la febbre di una dose di mantenimento di 15 mg / kg senza alcuna differenza per quanto riguarda la tolleranza clinica.)

12 anni: da 325 a 650 mg ogni 4-6 ore o 1000 mg ogni 6-8 ore.

Dose pediatrica abituale per il dolore:

Orale o rettale:

1 mese: da 10 a 15 mg / kg / dose ogni 6-8 ore secondo necessità.

> Da 1 mese a 12 anni: da 10 a 15 mg / kg / dose ogni 4-6 ore secondo necessità (Massimo: 5 dosi in 24 ore)

Febbre: da 4 mesi a 9 anni: Dose iniziale: 30 mg / kg

> = 12 anni: da 325 a 650 mg ogni 4-6 ore o 1000 mg ogni 6-8 ore.

Interrompere l’uso di paracetamolo e chiamare il medico se:

  • hai ancora la febbre dopo 3 giorni di utilizzo;
  • hai ancora dolore dopo 7 giorni di utilizzo (o 5 giorni se stai curando un bambino);
  • hai un’eruzione cutanea, mal di testa in corso o arrossamento o gonfiore;
  • se i sintomi peggiorano o se si presentano nuovi sintomi.

I test del glucosio nelle urine possono produrre risultati falsati durante il trattamento con paracetamolo. Parla con il medico se siete diabetici e si notano cambiamenti nei livelli di glucosio durante il trattamento.

Conservare il paracetamolo a temperatura ambiente lontano da fonti di calore e umidità. Le supposte rettali possono essere conservate a temperatura ambiente o in frigorifero.

Tachipirina a stomaco vuoto

Il paracetamolo (tachipirina) può essere tranquillamente assunto a stomaco vuoto, ma i medicinali antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene e l’aspirina, devono essere assunti invece dopo i pasti o dopo un bicchiere di latte. Ciò contribuirà a ridurre l’irritazione del rivestimento dello stomaco, che può causare indigestione, bruciore di stomaco e nausea.

tachipirina per mal di schiena

il paracetamolo non è efficace per la lombalgia acuta. Per la lombalgia acuta si riferisce al dolore che dura meno di sei settimane. La lombalgia acuta di solito migliora da sola, e nessun trattamento ha dimostrato di migliorare il risultato ben oltre il suo corso naturale.

Tuttavia, altri medicinali per alleviare il dolore includono medicinali antinfiammatori (FANS) come ibuprofene (ad es. Nurofen compresse), aspirina (ad es. Compresse di Aspro) e diclofenac (ad es. Compresse di Voltaren). Questi medicinale possono dare una piccola quantità di sollievo, ma hanno maggiori probabilità di causare effetti collaterali rispetto al paracetamolo.

Effetti collaterali

Il più grave effetto collaterale legato all’abuso di paracetamolo è la sua epatotossicità (quando l’intervallo di tempo fra una dose e la successive è inferiore a quello raccomandato ovvero 4-6 ore e quando si supera la dose massima), che può portare a necrosi epatica e che spesso può essere anche fatale. I sintomi di un problema del genere sono:

      • nausea
      • vomito
      • sudorazione
      • dolore all’ addome
      • crescita delle transaminasi e della concentrazione sierica di bilirubina,
      • crescita del tempo di protrombinemia a più di 20 secondi.

A seguire c’è un’insufficienza epatica, encefalopatia, coma e addirittura morte. L’insufficienza epatica può presentarsi complicata da acidosi, edema cerebrale, emorragia, ipoglicemia, ipotensione, infezione e insufficienza renale.

In caso di intossicazione si adopera un derivato del glutatione, l’N-acetilcisteina, utilizzata di solito come mucolitico, che rappresenta l’unico vero antidoto e che viene somministrata per via endovenosa in modo da riuscire velocemente ad avere l’effetto desiderato.
Concludendo possiamo dire che il paracetamolo è un farmaco molto importante ed efficace se utilizzato a dosi terapeutiche, di conseguenza se ne consiglia un consumo adeguato e un dosaggio mirato, considerando le caratteristiche del paziente e la tipologia di sintomi.

Paracetamolo abbassa la pressione: al contrario di quello che si dice il paracetamolo  può portare ad un aumento di pressione arteriosa sistolica e di quella arteriosa diastolica mentre non sono state riscontrate differenze significative sul battito cardiaco.

Tachipirina in gravidanza

Nel 2015, la US Food and Drug Administration ha pubblicato i risultati della sua valutazione su studi di ricerca pubblicati guardando alle madri che hanno assunto questo farmaco come prodotto da banco  durante la gravidanza e il rischio di iperattività da deficit di attenzione (ADHD) nei loro bambini . Hanno trovato che tutti gli studi esaminati avevano potenziali limiti nei loro progetti che impedivano di trarre conclusioni affidabili. In uno studio prospettico di coorte di nascita (Avon Longitudinal Study or Parents and Children [ALSPAC]) l’esposizione materna al farmaco è stata valutata mediante questionario a 18 e 32 settimane, i bambini sono stati valutati a 61 mesi. Le madri sono state interrogate su problemi comportamentali nei loro bambini a 7 anni; Gli autori suggeriscono che potrebbe esserci un’associazione tra l’uso di paracetamolo durante la gravidanza e problemi comportamentali nell’infanzia,  deficit di attenzione (ADHD) , ma potrebbero essere dovuti a un meccanismo intrauterino. Difficile quindi stabilire un ipotesi di causa-effetto dovuta all’ assunzione di paracetamolo.

Tachipirina in allattamento

Questo farmaco è considerato compatibile con l’allattamento al seno dall’American Academy of Pediatrics dato che viene escreto nel latte materno in quantità molto piccole. I livelli di picco si verificano 1-2 ore dopo la somministrazione e non sono rilevabili dopo 12 ore. Un bambino che ingerisce 90 ml di latte materno ogni 3 ore riceverebbe una media dello 0,14% (intervallo dallo 0,04% allo 0,23%) della dose della madre; calcolato come dose massima per il peso materno di circa il 2%.

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Cuscino Cervicale Funziona? https://www.salutenews.eu/cuscino-cervicale-funziona/ Thu, 06 Jun 2019 16:59:45 +0000 http://salutenews.eu/?p=942 Se avverti dolore al collo, specialmente quando dormi, cambiare la posizione del sonno potrebbe fare una grande differenza . Secondo gli specialisti la migliore posizione per dormire ed evitare il dolore al collo per coloro che...

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Se avverti dolore al collo, specialmente quando dormi, cambiare la posizione del sonno potrebbe fare una grande differenza . Secondo gli specialisti la migliore posizione per dormire ed evitare il dolore al collo per coloro che soffrono di dolori cervicali è stare sdraiati di lato o sulla schiena.

Il cuscino cervicale, fatto ad hoc per questo tipo di problematico funziona piuttosto bene, a patto di conoscere quello idoneo. E’ chiaro anche che un cuscino che risulta essere comodo per una persona potrebbe non esserlo per un’ altra. Occorre quindi testarli.

Quale è la migliore posizione per dormire per chi soffre di cervicale

Come detto è sconsigliato di stare a pancia in su.

Se dormi sulla schiena, scegli un cuscino arrotondato per sostenere la naturale curva del collo e piatto nella parte che va sotto la testa. Possiamo anche realizzarlo da soli inserendo un piccolo rotolo nella fodera di un cuscino più morbido e piatto, oppure usando un cuscino speciale che ha un supporto per il collo incorporato con una rientranza per la testa. Ecco alcuni suggerimenti aggiuntivi per coloro che hanno la cervicale :

  1. Prova a usare un cuscino di piume, oppure memory foam, che si adatta facilmente alla forma del collo. Questi cuscini nel tempo potrebbero afflosciarsi, e dovrebbero essere sostituiti. I produttori di cuscini memory foam sostengono che aiutano a promuovere un corretto allineamento della colonna vertebrale.
  2. Evitare di usare un cuscino troppo alto o rigido, che mantiene il collo flesso durante la notte e può provocare dolore e rigidità mattutini.
  3. Se dormi di fianco, mantieni la colonna vertebrale dritta usando un cuscino più alto nel collo rispetto alla testa.
  4. Quando stai guidando, quando sei su un aereo, treno, macchina o anche solo sdraiato per guardare la TV, un cuscino a forma di ferro di cavallo può sostenere il collo e impedire che la testa cada da un lato se si sonnecchia. Tuttavia, se il cuscino è troppo grande dietro il collo, forza la testa in avanti.

cuscino-cervicale

Dormire a pancia in giù è dura, perché la schiena è arcuata e il collo è girato di lato. Le posizioni di sonno preferite sono spesso impostate all’inizio della vita e possono essere difficili da cambiare, senza contare che spesso non ci svegliamo nella stessa posizione in cui ci siamo addormentati. Tuttavia, vale la pena provare a iniziare ad addormentarsi stando sulla schiena o sul lato in una posizione ben sostenuta e salutare.

Detto questo, la posizione mantenuta durante il sonno non è l’unica cosa che risolverà la tua cervicale. Oltre alla posizione, un cuscino per la cervicale, di alta qualità che supporta il collo durante il sonno può aiutare.

Un buon sonno funziona e fa bene

La ricerca suggerisce che non solo la posizione tenuta durante il sonno, ma il sonno stesso, può avere un ruolo nel dolore muscolo-scheletrico, compreso quello cervicale. In uno studio, i ricercatori hanno confrontato il dolore muscolo-scheletrico in 4.000 uomini e donne sani con e senza problemi di sonno.

I problemi del sonno includevano difficoltà nell’addormentarsi, problemi nel rimanere addormentati, svegliarsi presto la mattina e avere un sonno non ristoratore. Hanno scoperto che le persone che hanno segnalato problemi da moderati a gravi in ​​almeno tre di queste quattro categorie avevano significativamente più probabilità di sviluppare il dolore muscoloscheletrico cronico dopo un anno rispetto a quelli che hanno riportato poco o nessun problema con il sonno. Una possibile spiegazione è che i disturbi del sonno disturbano il rilassamento muscolare e la guarigione che normalmente si verificano durante il sonno.

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Cuscini per la cervicale

I cuscini cervicali sono supporti ergonomici appositamente progettati per tenere il collo e la testa in posizione corretta durante il sonno. Vengono prodotti da marche che producono materassi come Tempur, Dorelan. Questi cuscini raggiungono il livello del collo e si comprimono nella posizione in cui riposa la testa. Sono fatti con schiume speciali che sono eccellenti nella compressione o nella decompressione. Puoi scegliere il miglior cuscino tra le opzioni disponibili in base alle tue preferenze personali.

Diversi tipi di cuscini cervicali ti aiutano a raggiungere l’obiettivo di un sonno tranquillo. Di seguito menzionato tutti i tipi di cuscino (chiropratica), sono il miglior cuscino per il dolore al collo.

  • Cuscini laterali: i cuscini con bordi arrotondati, più bassi al centro e più in alto sui lati, sono chiamati cuscini laterali. Questi cuscini sono generalmente utilizzati per il corretto allineamento del collo. Poiché il loro bordo anteriore è inclinato in avanti, i cuscini laterali supportano le vertebre superiori. Danno abbastanza spazio per le spalle e quindi offrono un comfort extra.
  • Cuscini del collo: questi cuscini sono appositamente realizzati per supportare la curva del collo. È disponibile in diverse taglie ed è perfetto per le persone che dormono sul fianco o sulla schiena.
  • Cuscini Comfort: in termini di forma e sensibilità, questi cuscini sono molto simili ai normali cuscini. Ma grazie alle loro schiume speciali, i design ergonomici offrono un supporto migliore rispetto ai cuscini tradizionali.
  • Cuscini doppia onda: questi cuscini possono essere utilizzati in diverse parti del corpo: sotto la testa, sotto le ginocchia e la regione di supporto lombare.

 

 

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Respirazione Diaframmatica a cosa serve e come si Fa https://www.salutenews.eu/respirazione-diaframmatica-a-cosa-serve-e-come-si-fa/ Sun, 09 Sep 2018 20:33:25 +0000 http://salutenews.eu/?p=899 Respirare è la cosa piú semplice del mondo. Lo facciamo tutti i giorni, inconsapevolmente, senza rendercene conto. Questo semplice atto, fondamentale per la vita degli esseri umani, può però essere fatto in maniere diverse....

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Respirare è la cosa piú semplice del mondo. Lo facciamo tutti i giorni, inconsapevolmente, senza rendercene conto. Questo semplice atto, fondamentale per la vita degli esseri umani, può però essere fatto in maniere diverse. Si definisce respirazione diaframmatica , quella che fa uso del diaframma, dell’ addome, viene sempre associata agli esercizi di yoga, a chi fa meditazione o a chi canta. Si respira ovviamente con i polmoni, ma nell’atto dell’ispirazione gonfiamo l’addome, la pancia.

Anatomia del diaframma

Il diaframma è un setto muscolotendineo che separa l’addome dal torace . A forma di cupola, si adatta alla circonferenza inferiore della gabbia toracica. Il ruolo del diaframma non è limitato alla separazione degli organi, poiché è il motore principale della respirazione , con incidentalmente i muscoli intercostali . La sua forma gli conferisce un triplice attaccamento alla colonna vertebrale, alle costole e allo sterno . Quando lo guardiamo più da vicino, forma una doppia cupola separata nel mezzo da fibre muscolotendinee.

Il diaframma ha degli interstizi che permettono ai tubi di passare tra il torace e l’addome. Contiene l’aorta, la vena cava, l’esofago o il canale linfatico. Al livello superiore, è vicino ai polmoni e al cuore. Al livello inferiore ci sono la milza, lo stomaco e il fegato che rappresentano gli organi vicini.

Si può quindi affermare immediatamente che una tensione del diaframma può avere un impatto diretto sugli organi circostanti e sul corretto funzionamento di quelli che ci passano attraverso. Questo è il caso, ad esempio del sistema nervoso simpatico che attiva il corpo nei momenti di stress (aumento della frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, la dilatazione della pupilla …) o il sistema nervoso parasimpatico, che invece tranquillizza il corpo (calo della frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, retrazione della pupilla …) e lo riporta all’equilibrio (omeostasi).

respirazione-addominale

Diaframma bloccato

La respirazione diaframmatica è  in grado di agire su quest’ultimo e generare calma e far tornare all’equilibrio. Di contro, se la tensione è tale che il sistema nervoso è “bloccato”, può causare disagio come un aumento della frequenza cardiaca, pupille dilatate  In caso di stress e quindi di tensione del diaframma con compressione del sistema nervoso, il corpo può quindi avere difficoltà a mantenere il suo equilibrio.

Una diretta conseguenza di un diaframma bloccato (o teso) è un respiro alterato (rigorosamente toracico o clavicolare). La respirazione avviene quindi principalmente attraverso la parte superiore del torace (scapolare). Tale respirazione è spesso un segno evidente di uno stato di stress. È la fonte di molti problemi e inconvenienti come:

  • respirazione limitata
  • sensazione di oppressione spesso accompagnata da ansia
  • un’impressione di dolore allo stomaco
  • una sensazione di nodulo alla gola, nausea
  • impatto sulla schiena con contratture muscolari e dolore negli attacchi del diaframma
  • una emotività esacerbata
  • disturbi del linguaggio (mancanza di respiro la cui origine è solo respiratoria)
  • stanchezza cronica
  • difficoltà ad addormentarsi
  • risvegli notturni con sensazione di disagio (ansia per esempio) o crampi.

Il respiro è un riflesso delle nostre emozioni

Alcuni considerano il diaframma come la sede delle emozioni. È anche chiamato il “grande muscolo delle emozioni“. Essere a corto di fiato, per esempio, nasce da uno stato emotivo. Il corpo che risponde a queste emozioni, si irrigidisce e la mente si concentra sulla difficoltà. La respirazione riflette quindi il nostro stato psicologico. Inconsciamente blocchiamo spesso il nostro respiro (e quindi il nostro diaframma) quando siamo concentrati o affrontiamo una situazione ricca di emozioni.

È come se volessimo impedirci di provare quelle emozioni che potrebbero disturbarci. Per quanto blocchiamo la nostra respirazion teniamo dentro le nostre emozioni. Liberare il diaframma può quindi significare scatenare una marea di emozioni sepolte. Quindi non essere sorpreso se alcune lacrime o risate incontrollate sgorgheranno libere.

 

Come si effettua una respirazione diaframmatica

durante l’inspirazione, le fibre muscolari del diaframma si accorciano contraendosi e fanno discendere il centro del diaframma. Per questo devi combattere contro la pressione addominale e spingere verso il basso fegato, stomaco e altri organi. Il muscolo trasversale dell’addome (pancia e basso ventre) si rilassa. Abbassando il diaframma si crea un vuoto (vuoto) nei polmoni che quindi aspira l’aria esterna. Durante l’espirazione, i muscoli del diaframma si rilassano e si allungano a causa della pressione addominale e dell’azione del muscolo trasversale che si stringe (addome). Gli organi dell’addome si alzano e riprendono i loro posti spingendo verso l’alto il centro del diaframma.

Quindi vediamo che ogni movimento del diaframma, gli organi sono massaggiati. Questo massaggio continuo dell’intero apparato digerente favorisce una buona digestione e il drenaggio dei liquidi. Da un punto di vista energetico, la respirazione e il movimento del diaframma realizzati in piena consapevolezza consentono l’armonizzazione, l’equilibrio e l’intensificazione del nostro campo di energia.

  • Stenditi supino su un materassino, per terra e rilassati
  • piega leggermente le ginocchia e poggia le mani sulla pancia
  • insipra profondamente gonfiando la pancia
  • espira svuotando i polmoni e spingendo in giu’ l’addome

In posizione seduta

  • Mettiti seduto in una posizione comoda, schiena dritta e rilassa le spalle.
  • Metti una mano sullo stomaco appena sopra l’ombelico. Poni l’altra mano sul petto.
  • Respira profondamente congiando l’addome
  • espira completamente.

Solo la mano sullo stomaco si muove. Senti che il ventre “ti spinge” la mano quando inspiri e che la tua mano ritorni nella sua posizione originale quando espiri. La mano sul petto non si muove.

 

Benefici

Respirare attraverso la pancia ti permetterà:

  1.  controllare meglio le tue emozioni (paura, rabbia, stress, nervosismo, ansia, irritabilità, …)
  2. ottenere un rilassamento totale (benessere)
  3. far funzionare meglio la mente (migliore ossigenazione)
  4. migliori prestazioni fisiche con il tuo corpo (migliore evacuazione delle tossine)
  5. miglioramento della tua autostima (e autocontrollo)

Infatti, più siamo sotto pressione, stressati, meno respiriamo. È un circolo vizioso perché meno riossigiamo noi stessi, meno sforzi possono fare il nostro cervello e il nostro corpo.

Quindi fare alcuni respiri profondi e calmi.

La nostra respirazione è una funzione “vegetativa”, vale a dire che la esercitiamo senza pensarci inconsciamente, ma abbiamo la scelta se la decidiamo, per essere in grado di controllarla consapevolmente e quindi trarne beneficio.

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Medicine Essenziali da Portare in Vacanza https://www.salutenews.eu/medicine-essenziali-vacanza/ Tue, 11 Jul 2017 08:09:31 +0000 http://salutenews.eu/?p=620 Allontanarsi da casa per le vacanze significa anche fare a meno del proprio medico o del farmacista di fiducia. Trovarsi all’estero, alle prese con un malanno passeggero e con qualche problema di lingua, non...

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Allontanarsi da casa per le vacanze significa anche fare a meno del proprio medico o del farmacista di fiducia. Trovarsi all’estero, alle prese con un malanno passeggero e con qualche problema di lingua, non è una situazione gradevole.

E’ in questi casi che si apprezzano le medicine “salva vacanza”, suggerite prima della partenza e diligentemente portate in valigia. Quali sono i farmaci che dobbiamo tenere sempre con noi per stare tranquilli? Piú avanti abbiamo realizzato una lista di quelli essenziali. Ricordatevi che se viaggiate sull’ aereo e volete portarle nel bagaglio a mano, ogni flacone che contiene liquidi o gel può avere una capienza massima di 100 ml, altrimenti ve lo fanno buttare.

medicine vacanza1

Ecco secondo uno standard internazionale, i principali farmaci che non possono mancare. Ovviamente, possono variare in funzione dell’età dei viaggiatori, delle destinazioni, della durata della vacanza. Innanzitutto, mettere in valigia le medicine che si assumono abitualmente, in dosi sufficienti per coprire l’intera vacanza.

Medicine da mettere in valigia prima di una vacanza

  • un mini-kit per il pronto soccorso con cerotti, garze, salviettine disinfettanti, un flacone di disinfettante non alcolico, un paio di confezioni di ghiaccio sintetico in buste (specie se si prevedono escursioni in montagna, dove può capitare di scivolare e farsi male).
  • Un antibiotico a largo spettro (ad esempio a base di amoxicillina) da assumere in caso di febbre alta prolungata.
  • Un antibiotico intestinale.
  • Un antiacido per i bruciori di stomaco.
  • Un anticinetosico sotto forma di cerotti, compresse o chewingum per il mal di viaggio.
  • Antidolorifici (acido acetilsalicilico, paracetamolo, ibuprofenem propifenazone ecceter); alcuni, come il paracetamolo, funzionano anche come antipiretici.
  • Antispastici in pomate e compresse in caso di punture d’insetto, eritemi, ecxemi.
  • Un collirio decongestionante e antisettico per gli occhi.
  • Lacrime artificiali, particolarmente utili durante i viaggi in aereo, per combattere la secchezza oculare.
  • Un gel o una pomata per ridurre tumefazione e dolore in caso di strappi muscolari e contusioni.
  • Una pomata, un gel o uno spray anestetico per gli eritemi solari e le piccole ustioni.
  • Un lassativo in caso di stitichezza.

Per quel che riguarda i medicinali da vacanza per i bambini l’ospedale pediatrico Bambin Gesu’ ha redatto un prontuario molto utile. Si tratta degli stessi farmaci sopraindicati con l’aggiunta di ammoniaca per la puntura di meduse, un termometro, repellenti per zanzare e zanzariera.

Naturalmente, si leggano attentamente le istruzioni d’uso e, magari, ci si faccia consigliare dal proprio medico prima di partire. Buon viaggio e speriamo che non servano.

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Tallonite tra le Cause anche le scarpe https://www.salutenews.eu/tallonite-tra-le-cause-anche-le-scarpe/ Wed, 28 Oct 2015 17:17:17 +0000 http://salutenews.eu/?p=378 La tallonite è un problema che colpisce moltissime persone, non solo gli sportivi che stressano pesantemente il piede. La fascite plantare può causare infatti una fitta dolorosa anche quando ci si sveglia al mattino o dopo...

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La tallonite è un problema che colpisce moltissime persone, non solo gli sportivi che stressano pesantemente il piede. La fascite plantare può causare infatti una fitta dolorosa anche quando ci si sveglia al mattino o dopo che si è stati seduti per molto tempo. Si tratta dell’infiammazione di quella fascia fibrosa che parte dal calcagno e corre sotto la pianta del piede. Quando si comincia a camminare, il problema si attenua un po’, ma si ripropone nel corso della giornata, per poi scomparire durante la notte.

Cause

la tallonite potrebbe essere dovuta ad un eccessivo utilizzo di scarpe con tacchi alti, ma anche ballerine, sandali infradito. Potrebbe essere la conseguenza di un trauma sportivo, ma anche essere scatenata anche da problemi di tipo neurologico, metabolico o congenito. Anche la borsite può portare ad una tallonite oppure un’infiammazione alla fascite plantare.

tallonite

Rimedi

Se il dolore non va via da solo in 2-3 giorni bisogna andare da uno specialista. Non lasciatevi fuorviare dal fatto che il dolore va e viene: se trascurata, la fascite può diventare cronica, provocando una calcificazione sotto il calcagno (spina calcaneare). Per curarla bisogna stare a riposo, prendere un antinfiammatorio in compresse come il diclofenac (per 5 giorni) e applicare del ghiaccio per circa 15 minuti 2 volte al giorno, per almeno una settimana. Passati 10 giorni, potrai fare la terapia con le onde d’urto: con 4-6 applicazioni sarai a posto.

L’infiammazione del cuscinetto calcaneare (la formazione adiposa che protegge l’osso) provoca un bruciore continuo al calcagno, come tante punture di spilli. La terapia è la stessa della fascite, ma ti verrà prescritta una talloniera in silicone da indossare tutto il giorno e dovrai aggiungere la fisioterapia: 10 sedute di tecar più laser (30-40 minuti in tutto, 3 volte la settimana). E in meno di un mese sarete guariti.

 

Consigli

Mettete una bottiglia d’acqua congelata sotto la pianta del piede e falla rotolare in avanti e indietro: attenua
il dolore e restituisce elasticità alla zona.

Evitate di comprare talloniere in silicone se non te le prescrive il medico e lasciate stare i cerotti antinfiammatori. Non vi fanno guarire e possono “nascondere” i sintomi e la gravità del problema, aumentando il rischio che si cronicizzi.

Fare stretching: con la gamba tesa, flettete delicatamente verso di voi il piede fino a raggiungere i 90°, e poi rilasciatelo lentamente. Ripetete 5 volte consecutive, al mattino e alla sera. Insomma fate allungamenti per il polpaccio e per il tendine di Achille, soprattutto se la tallonite è dovuta ad un’infiammazione della fascite plantate.

Se vi piace correre usate sempre scarpe di qualità: devono attutire bene l’impatto sul terreno (chiedi aiuto nei negozi specializzati). E cercate di evitare fondi troppo duri: meglio l’erba o la terra del cemento.

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Nuovo Inalatore per l’Asma il DuoResp Spiromax come Funziona https://www.salutenews.eu/nuovo-inalatore-per-lasma-il-duoresp-spiromax-come-funziona/ Sat, 17 Oct 2015 07:06:35 +0000 http://salutenews.eu/?p=359 Con l’arrivo della stagione fredda ricominciano i problemi di coloro che soffrono d’asma. I luoghi chiusi, in cui ci sono i termosifoni che seccano l’aria e la sempre più diffusa allergia agli acari della...

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Con l’arrivo della stagione fredda ricominciano i problemi di coloro che soffrono d’asma. I luoghi chiusi, in cui ci sono i termosifoni che seccano l’aria e la sempre più diffusa allergia agli acari della polvere favorisce questo problema. E’ però arrivato da poco nelle farmacie un farmaco a doppia azione, racchiuso in un innovativo inalatore, che aiuta coloro che soffrono d’asma e di Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si chiama DuoResp Spiromax .

Racchiude una combinazione di due molecole capaci di bloccare l’attacco d’asma: il budesomide, un derivato del cortisone che esercita un’azione antinfiammatoria sulle vie respiratorie, e il formoterolo fumarato diidrato, un broncodilatatore di ultima generazione. Possono usarlo soltanto coloro che soffrono d’asma che hanno piú di 18 anni. E’ escluso l’uso per bambini ed adolescenti.

 

DuoResp-Spiromax

Vantaggi

I vantaggi di questo inalatore per asma? Ha un meccanismo di erogazione semplice e intuitivo. Non si spruzza come gli altri farmaci antiasma, ma si appoggia il beccuccio sulle labbra. A questo punto, basta aspirare la giusta dose, sotto forma di polvere secca. Trattandosi di un dispencer multidose, assicura la stessa quantità di farmaco a ogni erogazione.

La posologia-standard azzera così i rischi da sovradosaggio o sottodosaggio legati all’errore umano. Fatto che consente una maggiore aderenza alla terapia e un migliore gestione dell’asma.

Quando si usa DuoResp Spiromax?

Per controllare una malattia cronica come l’asma, è consigliabile fare una o due inalazioni al giorno (mattino e sera) anche in assenza di sintomi, a scopo preventivo (pazienti con piú di 18 anni). In alcuni casi, quelli piú gravi, può essere usato anche 4 volte al giorno. Inoltre, va usato al bisogno ogni volta che si manifestano le prime avvisaglie del broncospasmo: tosse secca, respiro affannoso e sibilante.

Reazioni

Tremore e palpitazioni. Tali reazioni tendono a essere di grado lieve e solitamente scompaiono entro pochi giorni di trattamento. In una sperimentazione clinica di 3 anni con budesonide per la BPCO, si sono verificate ecchimosi e polmonite.

I possibili effetti sistemici all’ uso del prodotto comprendono sindrome di Cushing, caratteristiche cushingoidi, soppressione surrenale, ritardi della crescita nei bambini e negli adolescenti, diminuzione della densità minerale ossea, cataratta e glaucoma e, più raramente, una gamma di effetti psicologici e comportamentali che includono iperattività psicomotoria, disturbi del sonno, ansia, depressione o aggressività (in particolare nei bambini).

Attenzione all’ uso devono avere pazienti nei con tireotossicosi, feocromocitoma, diabete mellito, ipopotassiemia non trattata, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, stenosi subvalvolare aortica idiopatica, ipertensione grave, aneurisma o altri gravi disturbi cardiovascolari quali cardiopatia ischemica, tachiaritmia o insufficienza cardiaca grave.

Caratteristiche complete del prodotto.

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Gli impieghi della Marijuana Medica Cosa Può Curare https://www.salutenews.eu/gli-impieghi-della-marijuana-medica-cosa-puo-curare/ Wed, 24 Jun 2015 20:25:25 +0000 http://salutenews.eu/?p=327 Il termine “Marijuana Medica” si riferisce all’impiego di  differenti parti della pianta di Cannabis nel trattamento di patologie del corpo e talvolta della mente. Quest’ultima può infatti essere utilizzata sia per alleviare i classici...

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Il termine “Marijuana Medica” si riferisce all’impiego di  differenti parti della pianta di Cannabis nel trattamento di patologie del corpo e talvolta della mente. Quest’ultima può infatti essere utilizzata sia per alleviare i classici sintomi del dolore e per favorire la guarigione da malattine strettamente legate alle mutazioni cellulari, sia per currare i sintomi di alcuni disturbi dell’umore e della personalità.

La Food and Drug Administration (FDA), nonostante i numerosi fronti su cui questa si batta per il riconoscimento di alcune importanti proprietà della Cannabis, non ancora ufficialmente riconosciuto questa pianta come medicina o quantomeno come strumento di cura sostituiva ufficiale.

Tuttavia, i farmaci approvati dall’FDA, sintetizzati a partire dai composti principali della Cannabis (i cannabinoidi), sono già due. L’Ente Statunitense, in questo caso, è lieto di offrire il proprio punto di vista in maniera chiara, pendendo a favore della completa legalizzazione della Cannabis per uso terapeutico. Quest’ultimo ha affermato con convinzione che grazie alle continue pressioni da parte di associazioni, cittadini e partiti politici nascenti, la strada giusta è stata ormai intrapresa e una maggiore informazione non può che favorire la sperimentazione e l’approvazione di nuovi farmaci.

Quando si parla dell’uso di Marijuana per scopi medici è obbligatorio tener presente che il primo grande vantaggio deriva dalla miglior qualità di quest’ultima rispetto a quella comunemente spacciata. Non è raro che il traffico illecito di Marijuana, per incrementare i propri profitti e indurre alla dipendenza i consumatori, si regga su un prodotto “tagliato” con sostante psicotrope più potenti o altri tipi di materiali “diluenti”.

Da quando è entrata in vigore la legge 38 del 2010, è stato sancito il libero accesso agli oppioidi, anti – dolorifici derivati dalla morfina che prima venivano prescritti solo in casi selezionati, con una procedura complessa. Si tratta di potenti analgesici (tramadolo, ossicodone, tapentadolo) che agiscono sui centri del dolore a livello del sistema nervoso centrale. Sicuri e ben tollerati, possono essere assunti per lunghi periodi a un dosaggio variabile, con compres – se da 5 mg in su.

Contrariamente a quanto si crede, presentano meno effetti collaterali dei Fans, tant’è che negli Stati Uniti hanno scalato la classifica degli antidolorifici. Il principale, cioè la stipsi, è oggi scongiurato dalle nuove formulazioni che associano ossicodone e naloxon». E il rischio di dipendenza? Una revisione critica della Cochrane (organismo internazionale che raccoglie e analizza tutte le ricerche in campo medico), afferma che i casi di dipendenza, nei pazienti che ne fanno uso cronico, sono inferiori al 5%. Un altro effetto collaterale è la sonnolenza, che si manifesta tra il 7 e il 15% dei casi a seconda della molecola impiegata e che tende a scomparire dalla terza settimana di assunzione. Fino ad allora è bene non mettersi alla guida ed evitare lavori che richiedono prontezza di riflessi.

cannabis_terapeutica

Il componente riconosciuto come maggiormente risolutivo nel trattamento delle più disparate patologie è il CBD (o cannabidiolo): la sua utilità è in particolar modo dimostrata nei casi di gravi malattie neurodegenerative come l’epilessia.

Per questo tipo di terapia le piante vengono trattate in maniera tale da preservare la presenza del CBD (che ricordiamo non essere un componente psicotropo) che viene poi concentrato in preparati oleosi per una semplice assunzioni anche per i bambini, che sono i soggetti maggiormente affetti da crisi epilettiche.

Non trattandosi di “droghe” a tutti gli effetti, i composti del CBD non creano dipendenza e alcuni recenti studi dimostrano che la soglia di assuefazione è pressoché nulla. In tal senso, lo scarso adattamento del corpo umano agli effetti palliativi dei cannabinoidi, sarebbe un d’elezione in termini di scelta per trattamenti a lungo termine.

Un’altra importante malattia che da anni è stata sotto i riflettori dei ricercatori e che sembrerebbe essere, in alcuni casi, recettiva ai cannabinoidi è il cancro. Ad esempio, recenti studi sugli animali hanno dimostrato che estratti specifici di Marijuana possono aiutare il processo di apoptosi delle cellule malate e ridurre le dimensioni di alcuni tipi di neoplasie, soprattutto cerebrali.

La ricerca afferma che quantunque i derivati della Cannabis non sconfiggessero il cancro almeno sarebbero capace di rallentarlo, per non parlare dell’attenuazione dei sintomi delle chemioterapie che ad oggi rappresenta una realtà di fatto.

Inoltre, una ricerca condotta sui topi ha mostrato che il trattamento con estratti purificati di THC e CBD su pazienti trattati con radioterapie ad alto dosaggio ha diminuito gli effetti avversi delle radiazioni pur conservando intatta la funzionalità della terapia.

Attualmente, le patologie contrastabili con la somministrazione di farmaci a base di Marijuana sono numerose, alcune delle quali sono anche completamente curabili:

  • La grande maggioranza delle malattie autoimmuni (cioè che indeboliscono il sistema immunitario), agendo alla stesso modo, sono gestibili grazie alle Marijuana che agisce da potente immunomodulatore.
  • HIV/AIDS, preservando direttamente le cellule intestinali danneggiate dalla malattia.
  • La Sclerosi Multipla, che causa la graduale perdita del controllo muscolare, ma che essendo dipendente dal sistema nervoso risente direttamente dell’azione dei cannabinoidi.
  • Il Morbo di Alzheimer causa la perdita di alcune funzioni del cervello, colpisce la memoria, il pensiero e comportamento, può essere attenuato dall’effetto stimolante della Cannabis sulle connessioni neuronali.
  • Il Dolore, in qualsiasi forma e causato dalle più svariate malattie.

Se i benefici riconosciuti sono tali vien da chiedersi come mai la FDA non abbia ancora accettato pianta di Marijuana nella sua interezza come farmaco?Generalmente il percorso che porta al riconoscimento ufficiale di un farmaco richiede tempi lunghi e migliaia di studi clinici) in altrettante migliaia di soggetti umani per determinare i reali benefici e rischi di un possibile farmaco. Finora, i ricercatori non hanno condotto abbastanza studi autorizzati in pazienti umani che mostrino che i benefici siano superiori ai rischi.

Per quanto le proprietà benefiche della Marijuana siano largamente diffuse e condivise non esistono ancora valutazioni a lungo termine che possano scongiurare del tutto eventi negativi provenienti dai componenti psicotropi della pianta.

I cannabinoidi sono i principali componenti della Canapa, il più noto tra essi è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente conosciuto come THC). Oltre al THC la pianta contiene più di 100 altri cannabinoidi. La ragione più plausibile per cui la legalizzazione della Cannabis ad uso medico non sia ancora una realtà in tutti gli stati del mondo, proviene dall’impossibilità di scindere tutti i cannabinoidi con effetti psicotropi da quelli che posseggono effetti soltanto benefici.

Anche il corpo produce cannabinoidi propri, detti endocannabinoidi. Questi svolgono un ruolo nel regolare piacere, memoria, umore, concentrazione, movimenti del corpo, cognizione temporale, appetito, dolore e i cinque sensi (gusto, tatto, olfatto, udito e vista). I cannabinoidi introdotti dall’esterno hanno il potere di legarsi con i cannabinoidi endogeni, favorendo i processi trattati fino ad ora.


terapia_cannabis

Attualmente, i principali cannabinoidi frutto interesse medico sono THC e CBD. Il THC aumenta l’appetito e riduce la nausea. I farmaci approvati dalla FDA a base di THC sono utilizzati principalmente per questi finii. Il THC può anche diminuire il dolore, l’infiammazione (sia che si parli di gonfiore che di arrossamento) ed è dimostrato che aiuta i pazienti affetti da patologie muscolari.

Il CBD è un cannabinoide che non influisce direttamente sulla mente e non altera in alcun modo il comportamento. Può essere utile nel ridurre il dolore e l’infiammazione, controllare le crisi epilettiche fino quasi ad annullarle, e sono in corso indagini che possano affermare con certezza la sua valenza nell’ambito di cure per malattie mentali e dipendenze di vario genere.

Quello che ancora non si conosce della Marijuana ad uso medico sono i suoi effetti dopo un periodo prolungato di tempo, dunque non è stato ancora possibile monitorare gli anziani che abbiano iniziato ad utilizzarla diversi anni fa.

Il consumo regolare della Marijuana è tuttavia una pratica abbastanza nuova. Per questo motivo, i suoi effetti sulle persone indebolite a causa di età o malattie sono ancora relativamente sconosciuti. Senza dubbio la questione fondamentale riguarda la terapia del dolore nei malati terminali, dove l’aspetto medico va decisamente in secondo piano e a farla da padrone è la questione morale. In questo senso le differenze di pensiero sono molte ed è naturale chiedersi: “la Cannabis ad uso medico, indipendentemente dai suoi effetti a lungo termine, è senza dubbio un elisir per chi è in stadio terminale… è dunque giusto vietare questo sollievo a chi lo ha espresso come ultimo desiderio?”

Per un maggiore approfondimento : https://www.igeasalute.com/cannabis-terapeutica/

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