Salute News https://www.salutenews.eu/ blog dedicato al mondo della salute e medicina Fri, 26 Jan 2024 14:14:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 I trattamenti comunemente considerati efficaci contro la cellulite e il ruolo della Termografia https://www.salutenews.eu/i-trattamenti-comunemente-considerati-efficaci-contro-la-cellulite-e-il-ruolo-della-termografia/ Fri, 26 Jan 2024 14:14:55 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1222 La cellulite è una problematica estetica comune, e la sua trattazione è spesso circondata da miti e false promesse. In questo articolo, esploriamo alcuni trattamenti comunemente considerati efficaci contro la cellulite, ma che in...

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La cellulite è una problematica estetica comune, e la sua trattazione è spesso circondata da miti e false promesse. In questo articolo, esploriamo alcuni trattamenti comunemente considerati efficaci contro la cellulite, ma che in realtà non offrono risultati significativi, evidenziando invece l’efficacia della termografia, una soluzione innovativa proposta da Beautech.

Trattamenti popolari per la cellulite: perché non sempre funzionano

Numerosi trattamenti per la cellulite sono ampiamente pubblicizzati, ma spesso non offrono risultati duraturi o significativi. Esaminiamo alcune delle soluzioni più comuni e perché potrebbero non essere efficaci.

Creme e lozioni: soluzioni temporanee

Molti prodotti topici, come creme e lozioni, promettono di ridurre la cellulite, ma spesso forniscono solo risultati superficiali e temporanei. La loro efficacia è limitata perché non riescono a penetrare abbastanza in profondità per affrontare le cause strutturali della cellulite.

Trattamenti meccanici e massaggi: limiti nella profondità del trattamento

Alcuni trattamenti meccanici o massaggi anti-cellulite possono fornire un miglioramento temporaneo dell’aspetto della pelle, ma spesso non affrontano le cause più profonde della cellulite, come la distribuzione del grasso e la circolazione sanguigna.

Termografia: la soluzione di Beautech

In contrasto con i trattamenti tradizionali, la termografia emerge come una soluzione rivoluzionaria nel trattamento della cellulite, grazie alla sua capacità di analizzare e agire sulle cause profonde del problema.

La termografia è una tecnologia che rivela cambiamenti nella temperatura della superficie della pelle. Questo può aiutare a identificare le aree problematiche dove la circolazione è compromessa, uno dei fattori chiave nella formazione della cellulite.

Vantaggi

La termografia offerta da Beautech permette un approccio più mirato e scientifico nel trattamento della cellulite. Identificando le aree specifiche che necessitano di attenzione, consente ai professionisti di applicare trattamenti più efficaci e personalizzati, indirizzando le cause sottostanti della cellulite piuttosto che limitarsi a trattare i sintomi superficiali.

Conclusione

Sebbene ci siano molti trattamenti disponibili per la cellulite, non tutti sono efficaci o affrontano il problema alla radice. La termografia, con la sua tecnologia avanzata e approccio mirato, rappresenta una soluzione promettente nel trattamento della cellulite. Beautech è all’avanguardia nell’offrire questa tecnologia innovativa, aiutando i professionisti del settore estetico a fornire risultati più efficaci e soddisfacenti ai loro clienti. Scopri come agisce la termografia sulla cellulite.

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Salute mentale e freelance: 5 consigli per combattere ansia e stress https://www.salutenews.eu/salute-mentale-e-freelance-5-consigli-per-combattere-ansia-e-stress/ Mon, 10 Jul 2023 08:38:00 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1218 Essere un freelance è un’esperienza entusiasmante e gratificante, perché hai molta libertà, ma allo stesso tempo questo può anche essere estremamente stressante. La pressione costante di trovare nuovi clienti, mantenere il bilancio e completare...

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Essere un freelance è un’esperienza entusiasmante e gratificante, perché hai molta libertà, ma allo stesso tempo questo può anche essere estremamente stressante.

La pressione costante di trovare nuovi clienti, mantenere il bilancio e completare i progetti può portare a problemi di salute mentale come ansia e stress.

In questo articolo, esploreremo alcuni consigli per aiutare i freelance a gestire la loro salute mentale e ridurre l’ansia e lo stress.

Pianifica il tempo libero

È facile per i freelance lavorare tutto il giorno e la notte, ma questo può portare a burnout e stress.

Per evitare che ciò accada, è importante pianificare il tempo libero regolarmente per staccare la spina e fare attività che ci piacciono.

Questo potrebbe includere una passeggiata in natura, fare esercizio fisico, leggere un libro o semplicemente rilassarsi con gli amici e la famiglia.

Pianificare il tempo libero nel calendario può aiutare a renderlo una priorità e prevenire il lavoro eccessivo.

Imposta dei limiti

Impostare limiti chiari e realistici è un altro modo per ridurre l’ansia e lo stress.

Vuoi qualche esempio di limite che potresti impostare? Sicuramente quelli riguardanti le ore di lavoro, il numero di progetti contemporanei e le aspettative dei clienti.

Comunicare questi limiti in modo chiaro ai clienti può aiutare a prevenire richieste eccessive e inaspettate.

Fai esercizio fisico

Non ci stancheremo mai di dirlo: l’esercizio fisico può essere un modo efficace per ridurre lo stress e l’ansia.

Infatti, l’attività fisica può aumentare la produzione di endorfine, cioè quelle sostanze chimiche che migliorano l’umore e riducono lo stress. Di conseguenza, fare esercizio fisico regolarmente può anche migliorare la qualità del sonno e aumentare l’energia.

Non devi diventare tutto ad un tratto uno sportivo: anche solo una breve passeggiata all’aperto può fare la differenza.

Fai meditazione o yoga

La meditazione e lo yoga sono altre tecniche utili per ridurre lo stress e l’ansia. La prima può aiutare a calmare la mente e ridurre i pensieri negativi, mentre lo yoga può migliorare la flessibilità e la forza fisica, oltre a ridurre lo stress.

Ci sono molte risorse online per imparare a meditare o praticare yoga, come app o video tutorial.

Cerca supporto

Infine, cercare supporto è un modo importante per combattere l’ansia e lo stress. Ci sono molte risorse disponibili per i freelance che lottano con problemi di salute mentale, tra cui gruppi di sostegno online e terapisti specializzati in salute mentale per i freelance. Parlarne con amici e familiari di fiducia può anche aiutare a ridurre l’isolamento e la solitudine che possono accompagnare il lavoro freelance.

Ricorda sempre che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma piuttosto un segno di forza. Se stai lottando con ansia o stress, non esitare a cercare supporto da un professionista della salute mentale. Infatti, nonostante in molti siano reticenti, la salute mentale è importante tanto quanto quella fisica.

Se ti fai male, vai subito dal medico per cercare aiuto. Ecco, questo dev’essere fatto anche in caso di ansia e stress.

Infine, essere consapevoli del proprio stato di salute mentale è essenziale per prevenire e gestire ansia e stress. Monitorare i propri sentimenti e le proprie reazioni allo stress può aiutare a individuare le situazioni che possono innescare ansia o stress e trovare modi per prevenire o gestire questi episodi.

Dato che una delle preoccupazioni di molti freelance è la loro gestione della contabilità, vogliamo darti un consiglio extra.

Per supportarti nella gestione degli aspetti fiscali della tua attività di lavoro remoto, sono nati diversi servizi online come ad esempio Fiscozen che mette a disposizione di tutti gli iscritti un commercialista dedicato che possa occuparsi di tutti gli adempimenti. Inoltre, risponderà a tutte le tue domande di natura fiscale, che tu sia commerciante o libero professionista.

Tutti gli utenti hanno anche accesso ad un software facile e intuitivo per gestire la fatturazione elettronica e una dashboard che si aggiorna in tempo reale con le quote da versare e le relative scadenze.

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Come si diventa fisioterapista? Le tappe principali del percorso formativo https://www.salutenews.eu/come-si-diventa-fisioterapista-le-tappe-principali-del-percorso-formativo/ Thu, 23 Mar 2023 10:29:00 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1214 Oggi vedremo nel dettaglio come si articola il percorso di formazione finalizzato all’esercizio della professione di fisioterapista nell’Italia del 2023. Elencheremo ed analizzeremo i principali step, con l’obiettivo di fornire un orientamento iniziale ai...

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Oggi vedremo nel dettaglio come si articola il percorso di formazione finalizzato all’esercizio della professione di fisioterapista nell’Italia del 2023. Elencheremo ed analizzeremo i principali step, con l’obiettivo di fornire un orientamento iniziale ai tantissimi giovani che vorrebbero intraprendere una carriera in questo settore.

Per chi non lo sapesse, la normativa che regola l’accesso alla professione di fisioterapista (e, in generale, alle professioni sanitarie) ha subito diverse modifiche nel corso degli anni.

Sono stati introdotti nuovi requisiti tanto per aprire uno studio di fisioterapia ed esercitare l’attività “in proprio”, quanto per operare nel SSN e/o nella sanità privata, tra cui il conseguimento del Diploma di Laurea in Fisioterapia e di eventuali specializzazioni.

Naturalmente, una volta completato il percorso di studi ed ottenuta l’abilitazione all’esercizio della professione, è importante che i fisioterapisti mantengano aggiornate le proprie competenze generiche e specifiche, in modo da poter offrire un servizio sempre più qualificato ai pazienti.

Tra gli aggiornamenti obbligatori per i fisioterapisti – come per tutto il personale sanitario – c’è quello ECM.

Al riguardo segnaliamo che i servizi online dedicati ai professionisti del settore come i corsi ecm fad di Ebookecm.it danno  modo di ottenere crediti senza dover partecipare ad attività formative in presenza.

Detto ciò, cominciamo dal principio: qual è il primo passo da affrontare per diventare fisioterapista? E quali sono le tappe successive? Ecco tutto ciò che dovete sapere.

01 – Corso di Laurea in Fisioterapia

Una volta terminato il ciclo scolastico, dopo aver sostenuto e superato gli esami di maturità, chi ambisce a svolgere la professione di fisioterapista è tenuto ad iscriversi al Corso di Laurea in Fisioterapia, facente parte della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Tale corso ha una durata di tre anni e comprende un tirocinio formativo, la cui frequenza è obbligatoria per tutti gli studenti.

Ciò permette di ottenere, contestualmente al Diploma di Laurea Triennale in Fisioterapia, anche l’abilitazione ad esercitare la professione in Italia.

Ricordiamo che l’accesso al corso è a numero programmato e che la selezione avviene mediante un test di ingresso che si tiene in due date uniche per tutto il territorio nazionale: la prima per le università pubbliche, la seconda per quelle private.

02 – Laurea Specialistica e/o Master

Nonostante la laurea triennale sia sufficiente per iniziare a lavorare come fisioterapista, alcuni studenti scelgono di proseguire la propria formazione con la laurea magistrale, con un master di I livello o con altri corsi di specializzazione offerti da istituti privati.

Il Corso di Laurea Magistrale, incluso nella Classe delle Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (LM/SNT2), dura due anni e consente l’accesso ai master di II livello.

Sebbene il biennio magistrale non sia obbligatorio per diventare fisioterapisti, risulta comunque utile sia allo scopo di ampliare le proprie conoscenze e competenze in questo ambito, sia per acquisire ulteriori titoli e, di conseguenza, avere maggiori chance di superare un concorso nella sanità pubblica (o ricevere proposte lavorative migliori).

03 – Formazione continua

La legislazione italiana stabilisce l’obbligo, per numerose categorie professionali (appartenenti o meno al settore medico e sanitario), di frequentare corsi di formazione ed aggiornamento anche nel periodo post-laurea. Tali corsi possono svolgersi tanto di presenza, quanto in modalità “didattica a distanza” (ovvero online). Inoltre, a seconda della durata e del monte ore, è previsto il riconoscimento di un tot di crediti formativi.

La formazione continua va considerata come un’opportunità per allargare il proprio bagaglio di conoscenze. Non solo: in base al tipo di corsi, è possibile acquisire nuove skills e/o specializzarsi in un determinato ambito della professione, così da accedere a posizioni di maggiore prestigio e, quindi, ben retribuite.

Anche per i freelance, comunque, l’aggiornamento ha una grande importanza, in quanto consente di alzare gli standard di qualità dei servizi ed intercettare una fetta sempre più vasta di pubblico.

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Impianti dentali: quante tipologie ne esistono? https://www.salutenews.eu/impianti-dentali-quante-tipologie-ne-esistono/ Thu, 13 Oct 2022 07:25:00 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1210 Avere un bel sorriso è il desiderio di tutti. Parliamo infatti di un dettaglio del viso fondamentale nei rapporti interpersonali. Un sorriso affascinante, parliamoci chiaro, aiuta tantissimo a sentirsi a proprio agio. Nel momento...

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Avere un bel sorriso è il desiderio di tutti. Parliamo infatti di un dettaglio del viso fondamentale nei rapporti interpersonali. Un sorriso affascinante, parliamoci chiaro, aiuta tantissimo a sentirsi a proprio agio.

Nel momento in cui ci sono dei problemi che impediscono di sfoggiarlo, l’implantologia dentale, che prevede l’inserimento di impianti permanenti, è la scelta migliore.

Attenzione, però: quando si chiamano in causa gli impianti dentali, come quelli che inserisce lo Studio dentistico Brush, è bene ricordare che possono essere di diverse tipologie. Scopriamo quali nelle prossime righe di questo articolo.

Impianti dentali: quanti ne esistono?

Gli impianti dentali si differenziano sulla base di diversi aspetti. Uno dei principali riguarda i tempi di installazione. Si parla di impianti che si installano in due fasi e di altri che, invece, ne richiedono una. In quest’ultimo caso, si ha a che fare con l’implantologia a carico immediato, situazione in cui trascorrono 24/massimo 48 ore dal momento in cui vengono inseriti gli impianti a quello che, invece, vede l’inserimento dei denti fissi.

Nel corso degli interventi di implantologia a carico differito – i primi citati – si tende quasi sempre a utilizzare impianti noti come endossei. Di cosa si tratta? Di impianti dentali che vengono installati nell’osso della mascella. Composti da viti e cilindri, sono scelti nei casi in cui si ha la necessità di sostituire un ponte.

Un’altra tipologia di impianto dentale che è bene conoscere è quella degli impianti iuxtaossei. Detti anche impianti periostali, vengono fissati direttamente nel tessuto della gengiva, coinvolgendo l’osso mascellare.

Chiamati spesso in causa nel corso degli interventi di implantologia a carico immediato, questi impianti trovano ottima indicazione nei pazienti che hanno l’osso scarsamente rappresentato.

Altre classificazioni

Quando si parla di implantologia dentale, è necessario ricordare l’esistenza anche di altre classificazioni. Nell’elenco è possibile far rientrare quella legata ai connettori dentali. Entrando nel vivo di questo aspetto, vediamo un attimo gli aspetti tecnici rammentando che, quando si ha a che fare con la protesi dentale, si deve per forza avere, al di sotto di essa, il moncone che entra nel dente.

In merito ai connettori, parti dell’impianto che vengono agganciate ai monconi, ricordiamo che esistono le seguenti tipologie. Ecco quali sono:

  • a esagono interno: caratterizzati da una forma esagonale come è chiaro dal nome, questi connettori dentali vengono inseriti in un’apertura che si trova sulla testa del moncone;
  • a esagono esterno: ancora una volta abbiamo a che fare con connettori a forma di esagono che vengono posizionati in corrispondenza della superficie del moncone;
  • a ottagono interno: nel caso dei connettori dentali a ottagono interno, ci si trova davanti a un’apertura che viene utilizzata come punto di appoggio per avvitare la protesi o il perno.

Proseguendo con l’elenco delle classificazioni che permettono di differenziare una tipologia di impianto dentale dall’altra, non si può non fare un cenno alle dimensioni. Per amor di precisione, ricordiamo che in questo caso si utilizza il termine “piattaforma”.

Quando si ha a che fare con gli impianti a piattaforma standard, si inquadra una situazione in cui il diametro del moncone si aggira fra i 3,5 e i 4,2 mm circa. Questa tipologia di impianto dentale trova indicazione negli interventi che coinvolgono la parte anteriore delle arcate dentali.

In caso di piattaforma larga, invece, il diametro del moncone può arrivare fino a 6 mm. In questo frangente, l’indicazione perfetta è invece quella degli interventi di implantologia che riguardano la parte più interna della bocca.

Concludiamo con un cenno a un’altra classificazione, ossia quella che vede protagonisti gli impianti a vite Tramonte e gli impianti Branemark. Nel primo caso si parla di una tipologia di impianto con alle spalle decenni di storia. Approccio implantologico che non richiede atti chirurgici a livello mucogengivale, prevede l’utilizzo di viti in titanio su cui vengono cementati ponti e corone.

Quando si ha a che fare con gli impianti Branemark, invece, la vite è sempre in titanio ma contraddistinta da una morfologia ad hoc per l’osso.

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Nuove tecniche per dimagrire rapidamente: funzionano o sono pericolose? https://www.salutenews.eu/nuove-tecniche-per-dimagrire-rapidamente-funzionano-o-sono-pericolose/ Mon, 10 Oct 2022 07:48:00 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1202 I sistemi per perdere peso sono da sempre un tema sempre molto controverso. La discutibilità di alcuni metodi, che bombardano riviste patinate e social media millantando chissà quali miracoli, suscita grande preoccupazione nella comunità...

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I sistemi per perdere peso sono da sempre un tema sempre molto controverso. La discutibilità di alcuni metodi, che bombardano riviste patinate e social media millantando chissà quali miracoli, suscita grande preoccupazione nella comunità dei nutrizionisti.

Il tanto propagandato ‘dimagrimento rapido’ o le ‘diete fai-da-te’ infatti nascondono numerose insidie, e possono procurare danni anche irreversibili alla salute. La diffusione sempre maggiore di nuove tecniche per dimagrire velocemente inducono spesso le persone in sovrappeso a pensare di aver trovato la giusta scorciatoia, pur di non fare un po’ di sacrificio.  

In realtà, i nutrizionisti sono chiari nel lanciare il loro allarme: senza un’alimentazione equilibrata e la pratica di un’attività fisica è impossibile perdere pesosenza correre rischi. Pertanto, spesso fare affidamento a metodi rivoluzionari che promettono un dimagrimento rapido e repentino può rivelarsi molto pericoloso per la salute.

Tra integratori alimentari, pillole dimagranti, diete fantasiose, beveroni e interventi chirurgici noti da tempo, la diffusione di nuove strategie alternative per dimagrire sembra essere un fenomeno inarrestabile.

Vediamo allora quali sono le “nuove tecniche dimagranti” che stanno prendendo piede, come funzionano e se sono valide oppure se è meglio evitarle.

Integratori brucia-grassi cosa sono e come funzionano

Tra i più noti metodi dimagranti di ieri e oggi, di integratori bruciagrassi ne esistono tantissimi in circolazione, alcuni promossi solo sul web e altri anche dagli specialisti della nutrizione. Ma da cosa sono composti i principali integratori per dimagrire, come funzionano e quali effetti hanno sul nostro organismo?

Prima di tutto è importante sottolineare che non tutti gli integratori alimentari sono inutili o dannosi. Ne sono una prova le importanti scoperte messe a segno negli ultimi anni dalla Nutraceutica, la disciplina che indaga sui principi attivi e i vari componenti di tutti gli alimenti che hanno effetti benefici per la salute.

L’interazione di nutraceutici o integratori alimentari a sostegno di un’alimentazione sana ed equilibrata, e di un costante allenamento fisico, può aiutare il nostro organismo e, in alcuni casi, accelerare il processo di dimagrimento.

Gli integratori termogenici, ad esempio, sono quegli integratori mirati ad aumentare la funzionalità del metabolismo, da cui ne consegue un maggior dispendio in termini di calorie. Questi nutraceutici sono costantemente oggetto di studio da parte degli esperti, che hanno riscontrato un’effettiva capacità di accelerazione del metabolismo dopo l’utilizzo.

Si ritiene opportuno consultare il proprio medico prima di iniziare a utilizzarli, in quanto sono sconsigliati per chi soffre di determinate patologie, come l’ipertensione e la tachicardia. Infatti, i termogenici tendono ad aumentare il metabolismo basale, il che corrisponde quasi sempre a un lieve aumento della pressione arteriosa. Per questo motivo è bene farsi consigliare dal proprio medico, il quale è a conoscenza del quadro clinico del suo paziente e può captare eventuali fattori di rischio.

Le cause scatenanti della termogenesi – la produzione di calore ‘brucia calorie’ – sono da ricercare nei componenti di questi integratori. La caffeina, per esempio, come anche il tè verde, sono solo alcuni degli elementi che vanno a comporre gli integratori per dimagrire più diffusi in commercio. Il loro merito è proprio quello di favorire il dispendio energetico.

C’è da chiarire un concetto fondamentale, però: questi integratori non sono pillole magiche. Infatti il loro effetto sul peso corporeo può essere un aiuto, ma è davvero moderato, e nel tempo necessario al dimagrimento tende a ridursi fino ad annullarsi, perché il fisico si ‘abitua’ all’assunzione.

Va ricordato, inoltre, che l’assunzione di questi integratori deve avvenire sempre in concomitanza con una nutrizione equilibrata e con la pratica di attività fisica regolare.

Palloncino Intragastrico, la nuova tecnica che preclude l’intervento

Da anni, ormai, molte persone in sovrappeso o obese si sono affidate alla tecnica del Palloncino Intragastrico, sconfortati dagli scarsi e lenti risultati di molte diete iniziate ma mai portate avanti.

Recentemente, dall’America è arrivato un nuovo sistema molto meno invasivo che costituisce una valida alternativa all’intervento chirurgico di inserimento ed estrazione del palloncino. Si tratta di una pillola da ingerire che, una volta raggiunto lo stomaco, si trasforma in un palloncino.

Questa nuova terapia, chiamata Obalon Balloon System, prevede l’utilizzo di tre pillole in un arco di tempo di dodici settimane. 

La moda hollywoodiana del momento: la CoolSculpting

Ormai ne parlano in tutto il mondo: la tendenza del momento tra le star di Hollywood è quella di farsi ‘congelare il grasso ostinato’, quello che sopravvive a qualsiasi sforzo fisico o sacrificio alimentare.

Questa tecnica, che sfrutta la crioterapia e il raffreddamento controllato, è l’unica approvata dalla FDA – Food and Drug Administration – che non preveda il ricorso alla chirurgia. I risultati comprovati della CoolSculpting dimostrano un effetto evidente, ma soprattutto duraturo.

La vecchia Liposuzione lascia spazio all’innovazione

Nei tempi passati, la Liposuzione è stato uno dei metodi più utilizzati nel mondo per chi aveva necessità di eliminare il grasso in eccesso, soprattutto per problemi di salute, ma anche estetici.

Questa tecnica è ormai superata grazie al Trattamento a Ultrasuoni. Consiste nell’impiego di tre sessioni di ultrasuoni separate, dove il grasso viene spinto ad accumularsi nella zona da trattare che viene successivamente fissata tramite appositi ganci. Dopo l’applicazione di un gel sulla parte interessata, su questa parte viene strofinata l’asta a ultrasuoni per un tempo massimo di dieci minuti.

La diminuzione dei centimetri riguardanti la zona trattata è evidente, ma non bisogna pensare che questa procedura non preveda dei rischi. Infatti è sempre consigliato consultare il medico curante per verificare il proprio quadro clinico generale prima di ricorrere a questa tecnica.

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Scegliere la carrozzina elettrica per disabili: i migliori suggerimenti https://www.salutenews.eu/scegliere-la-carrozzina-elettrica-per-disabili-i-migliori-suggerimenti/ Mon, 26 Sep 2022 08:49:52 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1205 Quando c’è l’esigenza di provvedere all’acquisto di una carrozzina elettrica per persone disabili non è assolutamente facile individuare una soluzione che soddisfi tutti i requisiti. Ci sono diversi aspetti che devono essere valutati con...

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Quando c’è l’esigenza di provvedere all’acquisto di una carrozzina elettrica per persone disabili non è assolutamente facile individuare una soluzione che soddisfi tutti i requisiti. Ci sono diversi aspetti che devono essere valutati con la massima attenzione, soprattutto tenendo conto che si tratta di uno degli ausili più importanti nella vita di tutti i giorni. In commercio ci sono numerose tipologie di carrozzine elettriche e, proprio per questo motivo, non è semplice individuare il modello più adatto alle proprie necessità, ma è fondamentale optare solo per carrozzine elettriche di qualità, come quelle proposte da Ortopedia Scita.

La soglia di peso massimo che riesce a supportare

Uno degli aspetti che devono essere valutati più attentamente in fase di scelta della carrozzina elettrica per disabili, è senz’altro il peso massimo che è in grado di supportare. I modelli più standard sono quelli che riescono a supportare fino a 120 chilogrammi. Come si può facilmente intuire, sono state realizzate anche delle tipologie dotate di una struttura apposita per poter sopportare dei carichi decisamente più alti. In quest’ultimo caso si parla di carrozzine Heavy Duty, come nel caso della Evo Altus, che è in grado di supportare carichi fino a 140 chili. Chiaramente, c’è la possibilità di trovare dei modelli ancora più strutturati, in grado di resistere anche con pesi fino a 160 chili.

Le dimensioni

Tra i vari fattori che incidono in fase di scelta è inevitabile trovare anche le dimensioni della carrozzina elettrica. Si tratta di un aspetto davvero fondamentale e che non può essere sottovalutato in alcun modo in fase di scelta, soprattutto per via del fatto che, in caso contrario, si rischia di avere a disposizione una carrozzina elettrica con cui non si può girare agevolmente per i vari ambienti della propria abitazione.

Al giorno d’oggi, esistono delle carrozzine che sono state sviluppate con una struttura tale da potersi adeguare a buona parte delle abitazioni e delle case. Infatti, la maggior parte dei modelli è dotata di una larghezza standard che si aggira tra 60 e 61 centimetri.

Tutte quelle persone che hanno delle disabilità e vivono all’interno di abitazioni che sono dotate di porte, piuttosto che di corridoi particolarmente stretti, devono per forza di cose avere a disposizione una sedia caratterizzata da un telaio con una larghezza molto contenuta, in grado di rispondere alla perfezione alle proprie esigenze nella vita di tutti i giorni. Per quanti hanno una corporatura particolarmente robusta, c’è da considerare che la larghezza debba comprendere i braccioli e non si deve valutare unicamente il telaio.

Autonomia e livello delle batterie

Nel caso in cui ci fosse l’intenzione di impiegare la carrozzina elettrica anche per muoversi entro i confini cittadini, è chiaro che la scelta debba essere ancora più ponderata. La soluzione migliore, di solito, in questi casi, è quella di puntare su un modello che può contare su una batteria pari ad almeno 20 chilometri. La gamma di batterie che sono state messe a disposizione è compresa tra un minimo di 20 ah fino ad una soglia massima pari a 110 ah. Nella maggior parte dei modelli presenti in commercio, troviamo spesso e volentieri due batterie.

Un altro fattore importante che può fare la differenza è indubbiamente rappresentato dalla velocità della carrozzina elettrica, a maggior ragione nel caso in cui ci fosse l’intenzione di percorrere delle distanze particolarmente lunghe. Al giorno d’oggi, in media, un po’ tutte le carrozzine elettriche presentano, di default, una velocità minima che si aggira tra 10 e 12 chilometri orari. Non solo, visto che con l’integrazione di sistemi di supporto alla guida, come ad esempio Gyro ed Esp, è bene evidenziare come la tipologia di trazione non fa più la differenza come in passato.

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Cistite e D-Mannosio, cosa c’è da sapere https://www.salutenews.eu/cistite-e-d-mannosio-cosa-ce-da-sapere/ Thu, 07 Jul 2022 12:06:25 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1196 Alcune persone sperimentano la cistite in modo continuativo o molto frequente, con episodi ravvicinati che peggiorano sensibilmente la qualità di vita di chi ne soffre. Questo perché la cistite è una patologia che se...

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Alcune persone sperimentano la cistite in modo continuativo o molto frequente, con episodi ravvicinati che peggiorano sensibilmente la qualità di vita di chi ne soffre. Questo perché la cistite è una patologia che se non viene curata adeguatamente tende a ripresentarsi con fastidiose recidive, ecco perché in generale viene trattata tramite la somministrazione di antibiotici finalizzati a combattere l’infiammazione batterica. Esiste tuttavia un rimedio completamente naturale che può aiutare a combattere gli attacchi di cistite ed ostacolarne l’insorgenza, si tratta del c.d D-Mannosio. Cerchiamo di capirne di più.

Cos’é il D-Mannosio? Perché aiuta contro la cistite?

Il D-Mannosio rappresenta un prodotto valido per la cura e il trattamento della cistite, in quelle persone che presentano fasi acute e recidive. È l’inizio di un percorso in cui sarà necessario armarsi di pazienza e perseveranza, ma che certamente porterà risultati positivi a chi lo assume con costanza e seguendo le giuste dosi consigliate. Molte persone che l’hanno provato ne parlano positivamente, ritenendo che il D-Mannosio sia molto utile per liberarsi definitivamente dei fastidi correlati alla cistite e in chiave preventiva. Ma cos’è, esattamente, questo prodotto benefico contro la cistite e perché sul lungo termine è in grado di apportare numerosi benefici? Il D-Mannosio è un zucchero semplice, costituito cioè da una sola molecola. Ciò che rende questa preziosa sostanza benefica per il benessere fisico è il fatto è la stessa è normalmente contenuta nel nostro organismo e in alcuni tipi di piante. Il D-Mannosio è molto noto proprio per la sua naturale capacità di bloccare la proliferazione dei batteri eventualmente presenti all’interno del tratto urinario, aiutando così a prevenire possibili infezioni come, appunto, la cistite. Il D-Mannosio, in particolare, evita che i batteri riescano ad attaccarsi alle pareti del tratto urinario, in questo modo bloccando eventuali infiammazioni sul nascere. Va da sé che il D-Mannosio rappresenta un valido alleato per il benessere dell’organismo in generale, perché rappresenta un valido aiuto contro le infezioni a lungo termine, preservando la salute del tratto urinario. Ma perché il D-Mannosio è così benefico e come funziona?

D-Mannosio: come funziona e perché è meglio dell’antibiotico?

Il D-Mannosio funziona come sostanza di prevenzione a infezioni del tratto urinario per via della sua naturale struttura, compatibile con le appendici filamentose di molti tipi di batteri, come ad esempio dell’escherichia Coli. Il D-Mannosio ha infatti una conformazione tale da giungere quasi interamente in vescica, dove non aderisce alle mucose del tratto urinario ma direttamente ai batteri, in questo modo ostacolandoli e prevenendo infezioni. Ciò avviene perché, attraverso l’emissione di urina, i batteri verranno espulsi direttamente insieme al D-Mannosio. L’utilità di questo prodotto ben può essere immediatamente compresa riflettendo sulla sua modalità di azione: il D-Mannosio, a differenza di ciò che fa l’antibiotico, non elimina i batteri eventualmente presenti nella vescica, ma semplicemente ne aiuta l’espulsione attraverso l’urina, accompagnandoli fuori dal tratto urinario e debellando il rischio di infezioni. Si tratta di una caratteristica positiva, che impedisce ai batteri di rafforzarsi diventando così resistenti alla capacità del D-mannosio di espellerli. Ma quali sono i batteri che risultano essere più “deboli” all’attacco del D-Mannosio? La lista è lunga, ma i principali sono i seguenti:

– Escherichia Coli
– Klebsiella
– Shigella
– Salmonella

Possibili effetti collaterali e rischi derivanti dall’assunzione del D-Mannosio

Sebbene il D-Mannosio sia un prodotto sostanzialmente naturale, esistono alcune controindicazioni o effetti collaterali legati alla sua assunzione, in primis legati al fatto che si tratta di uno zucchero. Il D-Mannosio non è infatti adatto a coloro che soffrono di diabete, perché in quanto zucchero può avere un importante impatto a livello glicemico sull’organismo. A parte questa considerazione importante, va detto che alcuni studi scientifici realizzati in tempi relativamente recenti hanno messo in rilievo che l’impatto del D-Mannosio sulla glicemia non è in realtà elevato, ragion per cui è sempre consigliabile ricorrere a un previo parere medico prima di assumere tale rimedio. Esistono poi una serie di controindicazioni legate all’uso di questa sostanza, in particolare è possibile che, in seguito all’assunzione, si presenti un leggero gonfiore con meteorismo e brevi episodi di diarrea, comunque di breve entità. In ogni caso la cistite, così come le altre infezioni che possono interessare il tratto urinario, non vanno mai sottovalutate: al primo sintomo è importante agire tempestivamente come un rimedio che agisce in chiave preventiva, il D-Mannosio al riguardo è un ottimo alleato, anche se prima di assumerlo è sempre consigliabile ricorrere al previo parere del medico, in modo da valutare se il proprio stato di salute è conforme con la sua regolare assunzione.


Dosaggio e indicazioni utili

Per ottenere risultati positivi dall’assunzione di D-Mannosio è necessario attenersi alle dosi consigliate ed evitare di assumere il prodotto a sproposito, fermo restando il necessario parere preventivo del medico prima del consumo. La posologia da seguire varia in base a diversi fattori, in primis allo scopo per cui si decide di assumerlo (ovvero quello di prevenire la cistite, curarla durante la fase acuta o contrastare l’eventuale comparsa dell’infiammazione). La posologia da seguire è anche strettamente correlata alla tipologia di D-Mannosio scelto, considerato che in commercio ne esistono diverse varietà, in molti casi differenti in ordini agli ingredienti di composizione (in alcune tipologie il D-Mannosio viene unito ad altri ingredienti aggiuntivi).

In quali casi è particolarmente indicato il D-Mannosio? Quando è consigliabile assumere il prodotto?

Il D-Mannosio è indicato sia per il trattamento e la cura di fasi acute di cistite, sia per prevenzione, in particolar modo quando l’infiammazione inizia a manifestare i primi segni di insorgenza. Il D-Mannosio infatti, come precedentemente accennato, se assunto correttamente aiuta ad espellere i batteri responsabili dell’insorgenza della cistite. Durante la fase acuta, tuttavia, ovvero di forte insorgenza dei fastidi correlati all’infiammazione (bruciore alla minzione, dolore o sangue nel tratto urinario), è necessario assumere il prodotto in modo puro, facendo attenzione a ripartire la sua assunzione in tutto il corso della giornata (in questo modo si assicurerà all’organismo la giusta dose di protezione del tratto urinario). Come suddetto la giusta posologia varia in base ai diversi casi: in caso di cistite acuta, da trattare con D-Mannosio puro, la quantità da assumere parte comunque da un minimo di 3 grammi al giorno, quantità da non consumare interamente in una sola volta ma da ripartire in sei dosi suddivise nell’arco di 24 ore. Questa posologia deve essere poi gradualmente ridotta fino a quando la sintomatologia migliora nel passare dei giorni. Per quanto riguarda la modalità di assunzione invece, il D-Mannosio va consumato rigorosamente a vescica vuota, in questo modo la distribuzione del prodotto intorno alle pareti del tratto urinario sarà assicurata. Passata un’ora dal consumo del prodotto è possibile assumere liquidi per agevolare l’espulsione dei batteri attraverso le urine. Se nel corso della notte ci si sveglia per urinare è consigliabile assumere un’altra dose di D-Mannosio, sempre puro. Il prodotto si può usare anche in fase post-acuta e in chiave preventiva, in questo caso il D-Mannosio ci può aiutare a tenere pulito l’apparato urinario e prevenire la proliferazione dei batteri. La posologia dipende dai casi e dalla tipologia di D-Mannosio scelta, anche in questo caso è fondamentale il previo parere medico prima dell’assunzione.

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Come mantenere denti sani: la guida completa https://www.salutenews.eu/come-mantenere-denti-sani-la-guida-completa/ Thu, 30 Jun 2022 21:12:00 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1192 Hai deciso di prenderti più cura dei tuoi denti e vuoi sapere quali sono le regole da seguire, partendo dai cibi da mangiare per finire con le visite dentistiche? In questo articolo ti spieghiamo...

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Hai deciso di prenderti più cura dei tuoi denti e vuoi sapere quali sono le regole da seguire, partendo dai cibi da mangiare per finire con le visite dentistiche? In questo articolo ti spieghiamo tutto sull’argomento per aiutarti ad avere una dentatura sana!

Iniziare dall’alimentazione

Uno dei primi fattori da non trascurare se si vuole mantenere una dentatura sana è sicuramente l’alimentazione, una componente fondamentale a livello quotidiano per tutti noi. È importante scegliere un’alimentazione bilanciata e corretta, seguendo alcune regole che possono aiutare a prevenire certe patologie riguardanti il cavo orale, come carie e gengiviti.

Alimenti preferiti

Prima di tutto, bisogna privilegiare alimenti sani come verdura, frutta, farine integrali, latte, yogurt, carne bianca e pesce.

Nello specifico, la verdura a foglia larga aiuta a produrre più saliva che si rivela utile per la pulizia della bocca, mentre alcuni ortaggi come il sedano, i cetrioli e le carote massaggiano le gengive riducendo gli accumuli di placca. Invece, i pomodori sono ricchi di fluoro che svolge un’azione rinforzante dello smalto dentale. Per quanto riguarda la frutta, alcuni prodotti come mele, kiwi, pere e frutti di bosco aumentano la salivazione e aiuta a pulire la bocca.

Per non assumere troppi zuccheri bisogna preferire il consumo di cereali e farine integrali, mentre per contrastare gli acidi presenti nel cavo orale sono ottimi yogurt, latte e latticini. Alimenti proteici quali pesce e carne bianca riducono il rischio di attacchi batterici che portano alla formazione di carie in quanto rafforzano le difese immunitarie.

Cibi da evitare

Al contrario, esistono anche alcuni cibi il cui consumo dovrebbe essere evitato, o quantomeno limitato. Tra questi troviamo i dolci, le farine bianche e le bevande zuccherate a causa del quantitativo di zuccheri che favorisce lo sviluppo dei batteri portando alla formazione di carie. Anche gli agrumi, le bibite acide e l’aceto attaccano i denti corrodendone lo smalto, mentre il caffè favorisce la formazione di macchie e l’alcool danneggia sia lo smalto che le gengive.

L’igiene orale è essenziale

Per avere denti sani non si può dimenticare l’igiene orale quotidiana, basata su alcune azioni da eseguire a livello giornaliero. Ecco cosa bisogna fare per mantenere una dentatura sana e splendente:

  • Spazzolare i denti in senso verticale: per evitare lo sviluppo di problemi dentali, è necessario lavare i denti con un’azione verticale dopo ogni pasto per almeno due minuti;
  • Usare uno spazzolino con testina medio-piccola: scegliendo una testina di dimensione non eccessiva potrai raggiungere facilmente ogni angolo della bocca, pulendo accuratamente gli spazi tra i denti per non lasciare residui;
  • Cambiare spazzolino: lo spazzolino andrebbe cambiato ogni due mesi, nel caso dello spazzolino elettrico potrai cambiare testina;
  • Usare il filo interdentale: un utilizzo regolare di questo strumento aiuta a ridurre i residui di cibo che non riesci ad eliminare con lo spazzolino e anche a rimuovere la placca batterica che si accumula tra i denti e le gengive;
  • Scegliere il dentifricio giusto: idealmente uno a base di fluoro aiuta a rafforzare lo smalto dentale e a preservare la salute delle gengive, ancora di più se abbinato ad un collutorio.

Controlli regolari

Per mantenere un sorriso sano, dovrai sottoporti a controlli regolari dal tuo dentista di fiducia, in modo da tenere sott’occhio la situazione del tuo cavo orale e prevenire situazioni spiacevoli come la formazione di carie o la devitalizzazione di un dente.

Per evitare tali problematiche basterà seguire i consigli sopra indicati e prenotare una pulizia dei denti ogni sei mesi, oltre a prenderti cura della dentatura seguendo le cure del tuo dentista. Ad esempio, per aiutare l’eliminazione dei residui di cibo è necessario che i denti siano dritti e posizionati correttamente, e se necessario potrebbero suggerirti di mettere un apparecchio mobile o fisso, oppure delle mascherine innovative di colore trasparente come l’Invisalign. Per quanto riguarda quest’ultima soluzione, puoi rivolgerti alla Clinica Tarabini nei pressi di Modena e Carpi, i cui specialisti ti sapranno consigliare il percorso più adatto alla tua situazione.

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Gli infortuni al ginocchio più frequenti https://www.salutenews.eu/gli-infortuni-al-ginocchio-piu-frequenti/ Mon, 13 Jun 2022 20:14:20 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1189 Che tu sia uno sportivo o non, devi sapere che il ginocchio è una delle parti del corpo più delicate e più soggette ad infortunio. Può capitare una caduta accidentale, una distorsione, un colpo,...

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Che tu sia uno sportivo o non, devi sapere che il ginocchio è una delle parti del corpo più delicate e più soggette ad infortunio. Può capitare una caduta accidentale, una distorsione, un colpo, e ti ritrovi a dover gestire lancinanti dolori, visite frequenti dall’ortopedico e necessità ad indossare il tutore ginocchio. Ma quali saranno questi infortuni frequenti che possono colpire le ginocchia? Come vengono trattati i diversi casi?

Rottura al legamento crociato

Se segui lo sport ne avrai sentito spesso parlare soprattutto tra i calciatori: la rottura del legamento crociato è tra le lesioni più comuni. Si stimano ogni anno circa 3 mila interventi chirurgici di ricostruzione. Questo perché si verifica una lacerazione del legamento, il quale risulta instabile cronicamente. Se non curato per tempo, o comunque se preso sotto gamba, questo tipo di infortunio può provocare ulteriori problematiche alle ginocchia, per cui previo consiglio specialistico si consiglia sempre l’approccio chirurgico.

Lesioni dei legamenti laterali

Se quella che abbiamo visto prima è la rottura del legamento crociato anteriore, degne di menzione sono anche le lesioni che spesso subiscono i legamenti laterali del ginocchio. Siamo davanti ad un infortunio meno grave che non sempre va trattato chirurgicamente, a meno che non si verifichino delle avulsioni ossee al legamento o delle ulteriori lesioni al ginocchio. Ad ogni modo può anche bastare una cura conservativa (e solo in caso di insuccesso di quest’ultima si considera la via chirurgica).

Fratture del menisco

Tanto quanto i legamenti crociati, le fratture del menisco e della rotula sono le lesioni più comuni tra gli sportivi. Si tratta di infortuni che di solito sono conseguenza di un trauma, in particolare di una scorretta rotazione del ginocchio (che può avvenire sia durante lo sport sia a causa di attività degenerative che interessano la vita di tutti i giorni). Queste fratture vengono trattate chirurgicamente ovviamente e dopo richiedono una riabilitazione per far sanare completamente la lesione. In particolare quando si tratta di menisco, lo scopo è cercare di preservare il più a lungo possibile il suo tessuto, in quanto avendo la funzione di ammortizzare l’articolarità del ginocchio, non può usurarsi del tutto.

Consumo della cartilagine

Altra lesione molto comune che interessa il ginocchio concerne la cartilagine che si consuma. Questa tipologia di danno può avere profondità diverse. Si va infatti da abrasioni in superficie, a solchi più profondi, passando a vere e proprie lacerazioni che si combinano con la totale avulsione di frammenti di cartilagine. Qualora poi la lesioni si allarghi anche all’osso, allora si parla di un danno osteocondrale. Come si trattano le lacerazioni della cartilagine? Sicuramente con le moderne tecniche rigenerative orto- biologiche il cui scopo è di favorire l’articolazione del ginocchio ripristinando del tutto il suo funzionamento. Ovviamente in casi molto drastici è possibile anche ricorrere al trapianto di cartilagine o trapianto di osso – cartilagine.

Lussazione della rotula

Andiamo ora in particolare alla rotula analizzando i casi delle lussazioni, che di solito si verificano sia per eventi traumatici che per eventi non traumatici. In ogni caso, il ginocchio tende a gonfiarsi e ad essere dolorante per circa due-sei settimane. Richiede di essere immobilizzato con una ginocchiera e di essere trattato con una terapia farmacologica a base di antidolorifici e antinfiammatori. In base alla gravita, sarà l’ortopedico a valutare se sussiste l’indirizzo ad un intervento chirurgico.

Fratture del ginocchio

Infine ma non per importanza ricordiamo anche le fratture che si possono verificare al ginocchio. Oltre alla gamba e alla caviglia, questo è l’infortunio più ricorrente che non si può non risolvere che con un intervento e un lungo periodo di riabilitazione. Anche in questo caso, la lesione interessa per la maggiore gli sportivi, sebbene possa manifestarsi anche in una persona comune.

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Dolore cervicale, ecco quali sono i rimedi più diffusi https://www.salutenews.eu/dolore-cervicale-ecco-quali-sono-i-rimedi-piu-diffusi/ Tue, 31 May 2022 12:15:32 +0000 https://www.salutenews.eu/?p=1186 Quando si parla di dolore cervicale, meglio conosciuto anche come cervicalgia, si fa riferimento a un disturbo che va a colpire l’apparato muscolo-scheletrico che è purtroppo presente in buona parte della popolazione. È chiaro...

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Quando si parla di dolore cervicale, meglio conosciuto anche come cervicalgia, si fa riferimento a un disturbo che va a colpire l’apparato muscolo-scheletrico che è purtroppo presente in buona parte della popolazione. È chiaro che la manifestazione principale di tale dolore si ravvisa a livello del rachide cervicale, ma in realtà va a comprendere un po’ tutte le strutture che compongono il collo, come ad esempio, nervi e muscoli, ma anche le vertebre della colonna vertebrale.

È chiaro che tante persone vanno alla ricerca dei rimedi più efficaci e della miglior pomata per la cervicale. Proviamo a dare uno sguardo a quali possono essere i comportamenti più adatti da mantenere, sia in ottica di prevenzione che una volta insorto il disturbo e i rimedi che si possono adottare per stare meglio.

I comportamenti da tenere

Nel momento in cui insorge il dolore cervicale, ci sono degli atteggiamenti pratici che sarebbe sempre meglio seguire. Ad esempio, il fatto di indossare un collare cervicale morbido, in maniera tale da andare a proteggere ancora meglio il rachide cervicale. Si tratta di un rimedio che viene sfruttato soprattutto in tutti quei casi in cui il dolore a livello cervicale deriva da un colpo di frusta piuttosto che da uno strappo muscolare cervicale.

Nel corso delle ore notturne, mentre si dorme, la cosa migliore da fare è quella di collocare la propria testa su un cuscino ortopedico. Sul mercato si possono trovare numerosi modelli che vengono progettati appositamente per garantire un valido supportare per contrastare il dolore cervicale mentre si sta riposando.

Come si può facilmente intuire, anche il fatto di conservare una postura sempre corretta nelle varie situazioni della vita di tutti i giorni, fa una grande differenza. La postura corretta può essere utile chiaramente in fase di prevenzione, ma anche per alleviare il dolore che si può manifestare. Sempre in tal senso, per tutti coloro che lavorano in ufficio oppure stanno spesso a contatto con un computer, si consiglia sempre di orientare lo schermo di tale dispositivo in maniera tale da evitare di dover continuamente muovere il capo oppure spostare lo sguardo verso l’alto piuttosto che verso il basso. Il monitor deve essere collocato centralmente e di fronte agli occhi dell’utente.

Nel caso in cui il dolore cervicale dovesse derivare da un trauma, ecco che il suggerimento migliore da seguire è quello di provvedere all’applicazione di impacchi freddi sulla zona cervicale. Come si può facilmente intuire, la crioterapia può tornare decisamente utile in tal senso, in maniera tale da ricreare una specie di analgesia su tale zona del corpo. Una volta trascorsi almeno due o tre giorni da quando è successo il trauma, ecco che bisogna evitare gli impacchi freddi, ma prediligere quelli caldi, vanno bene anche le docce calde, sempre usando un panno di cotone che possa evitare il contatto diretto con la pelle.

Tutto ciò che è meglio evitare

Si consiglia di evitare di rimanere sempre nella medesima posizione per troppo tempo. anche chi dorme in una posizione prona dovrebbe cambiare tale abitudine, a maggior ragione se tiene la testa poggiata su un lato. Una postura del genere durante le ore notturne ha l’effetto non solo di acuire il dolore, ma pure di scatenarlo.

Un altro errore che viene commesso con una certa frequenza è legato all’applicazione del ghiaccio in maniera diretta sul collo. Se non si utilizzano delle protezioni, anche solo un panno, ecco che sulla pelle si possono creare delle ustioni tipiche da freddo. Molto meglio optare per l’applicazione, sulla parte cervicale, di una borsa del ghiaccio, che deve essere sempre avvolta all’interno di un panno in cotone.

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