Prepararsi al parto, il piano nascita
Le donne che desiderano avere un bambino o che sono in dolce attesa si apprestano a vivere un periodo intenso ed emozionante della loro vita. Durante questi mesi la futura mamma si trova ad affrontare tante nuove sensazioni, molti cambiamenti del fisico e dello stato emotivo. Naturalmente tutta la famiglia è coinvolta dal lieto evento e vive con trepidazione l’attesa del neonato.
Prepararsi alla nascita
Durante i mesi della gravidanza i futuri genitori si preparano, predispongono ogni cosa possa essere utile per gestire la nuova vita che li attende. Un neonato richiede molte cure e attenzioni, per questo motivo i genitori allestiscono gli spazi della casa, organizzano tutto il necessario per l’accudimento del bambino, predispongono tutti gli accessori indispensabili per il neonato.
I genitori riservano una cura ed un’attenzione particolare a seguire gli sviluppi del feto nella pancia della mamma, non solo attraverso le visite mediche di controllo, ma anche raccogliendo tutte le informazioni scientifiche che narrano come la vita prenda forma giorno dopo giorno.
Queste informazioni consentono ai genitori di immergersi sempre più nella vita del nascituro, di comprenderne i progressi dello sviluppo e di acquisire sempre maggiore consapevolezza dell’importanza di alcune scelte importanti per il suo sviluppo futuro. Uno di questi ambiti riguarda il parto, uno dei momenti più delicati che la mamma ed il neonato devono affrontare.
Il piano del parto, cos’è
La legislazione, da qualche anno, consente alle future mamme, di presentare il piano del parto alla struttura a cui si rivolgeranno per la nascita del bambino. In questo scritto le mamme possono esprimere i loro desideri, le aspettative e le richieste su come vorrebbero venisse gestito il parto e a cui l’ospedale deve cercare di corrispondere, per quanto possibile. Il piano del parto viene presentato alla struttura nel corso delle ultime visite o al travaglio e viene inserito nella cartella clinica.
Il vantaggio del piano del parto è quello di far acquisire consapevolezza ai genitori, affinché siano informati e possano fare delle scelte in base al loro sentire, senza delegare questi aspetti agli operatori sanitari. Naturalmente si tratta di richieste o meglio di preferenze, che potranno saranno rispettate nel limite del possibile, tenuto conto delle condizioni mediche della mamma e del nascituro e delle esigenze organizzative della struttura sanitaria.
Come scegliere la struttura ospedaliera
L’Oms ha stilato un elenco di quelle che sono ritenute delle buone pratiche per assistere al meglio la futura mamma ed il neonato durante il parto e nei giorni immediatamente successivi. Creare il piano del parto permette ai genitori di fare scelte consapevoli e di decidere come porsi in merito a queste buone pratiche, quali ritenere prioritarie. Possedere queste informazioni può risultare utile anche come guida nella scelta del punto nascita.
Quando è possibile, la scelta del punto nascita può essere fatta in base ad alcuni criteri. Nella realtà non tutte le strutture sono uguali ed affidarsi semplicemente ad un criterio di vicinanza geografica rispetto all’abitazione, può non rivelarsi la soluzione migliore. Per effettuare la scelta della struttura più liberamente, i genitori possono stipulare specifiche assicurazioni sul parto, che prevedono indennizzi e rimborsi specifici, le informazioni su come funziona assicurare il parto le trovi qui.
I criteri di scelta in linea generale dovrebbero essere basati su aspetti quali il numero di parti che la struttura ha seguito in un anno, dovrebbero essere almeno 500 perché siano più preparati ad affrontare eventuali emergenze. Un altro aspetto importante è la presenza o meno di sale intensive, soprattutto se nel corso della gravidanza sono insorti problemi o patologie. Altri indici importanti da valutare sono la percentuale di cesarei e la possibilità di ricevere l’epidurale h24. Dal punto di vista dell’assistenza al parto è utile raccogliere informazioni sulla libertà di scelta della posizione durante il travaglio, sulla promozione dell’allattamento al seno e sulla possibilità del rooming-in e infine sulla possibilità di conservazione del cordone ombelicale.